Figlio di Petar, un ufficiale di polizia di frontiera e di Hristina, proveniente da una famiglia di commercianti, Kostić frequentò la scuola elementare nella sua città natale, e si trasferì dai suoi parenti a Đurđevo, dopo la morte di sua madre.[5]
Subito dopo la laurea, Kostić incominciò ad insegnare al ginnasio di Novi Sad, fondando contemporaneamente il movimento politicoUjedinjena omladina srpska ("Unione della gioventù serba"), attivo fino al 1871.[5]
Ha poi lavorato come avvocato, notaio e come presidente della corte.[4]
Nel 1881 incominciò a collaborare con il giornale Srpska Nezavisnost e dal 1909 fu membro dell'Accademia Reale Serba.
Nel 1895 si sposò con la ricca ereditiera Julijanu Palanačk e si trasferì a Sombor, anche se amò per gran parte della sua vita Lenka Dunđerski, la sua musa ispiratrice.[5]
Laza Kostić morì nel 1910 a Vienna e fu sepolto nel cimitero grande ortodosso di Sombor.
Stile, pensiero e poetica
Nel corso della sua carriera, impreziosì il suo stile con elementi popolari e modernisti, passando da intonazioni patriottiche a riflessioni più elaborate.[3] Spirito inquieto, Kostić fu un innovatore della letteratura per le sue immagini poetiche originali, per i nuovi mezzi espressivi e le sue metafore, intrisi di umorismo, ironia e spiritualità.[3]
Complessivamente scrisse centocinquanta opere, tra le quali: la tragediaMaksim Crnojević (1866), basata su un famoso episodio storico elaborato dalla poesia popolare;[3] la tragedia Pero Segedinac ("Pero di Seghedino", 1882), incentrata sul capitano serbo di Seghedino, nella quale Kostić criticò il comportamento dell'Impero austro-ungarico in Voivodina;[3] il drammaUskokova ljuba ("L'amata dell'Uscocco", 1890), tratto da un tema popolare; il saggio d'esteticaOsnova lepote u svetu s osobenim obzirom na srpske narodne pesme ("Le basi della bellezza nel mondo con un particolare riguardo alle canzoni popolari serbe", 1880); il trattato filosofico Osnovno načelo, Kritički uvod u opštu filosofiju ("Principio di base, una introduzione critica alla filosofia generale", 1884).[5]
Scrisse poesie d'amore, patriottiche, inni, necrologi, poesie satiriche e ballate, tra le quali menzoniamo: Među javom i med snom ("Tra il pubblico e durante il sogno", 1863) e Santa Maria della Salute (1909), una delle più belle pagine letterarie serbe,[6] raccolte nelle Pesme I ("Poesie I", 1873), nelle Pesme II ("Poesie II", 1874) e infine nelle Pesme ("Poesie", 1909).[3]
Come poliglotta, esperto di giurisprudenza e della sua lingua, Kostic si dimostrò una personalità importante per la formazione della nuova terminologia giuridica, e contribuì,[7] assieme agli intellettuali balcanici, alla omogeneizzazione linguistica della popolazione slava, superando le contraddizioni storiche, politiche, culturali, religiose interne.[7]
Opere principali
Maksim Crnojević, tragedia (1866);
Pero Segedinac, tragedia (1882);
Gordana, dramma (1890);
Osnova lepote u svetu s osobenim obzirom na srpske narodne pesme, (1880);
Osnovno načelo, Kritički uvod u opštu filosofiju, (1884);
O Jovanu Jovanoviću Zmaju (Zmajovi), njegovom pevanju, mišljenju i pisanju, i njegovom dobu, (1902);
(DE) Kostić Lazar, in Österreichisches Biographisches Lexikon 1815–1950 (ÖBL), IV, Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 1969, p. 155.
(HR) V. Petrovič, Narodna enciklopedija, Zagabria, 1929.
(FR) Kolja Mićević, Les saluts slaves. Une anthologie poètique : Bosnie-Herzégovine, Croatie, Macédoine, Monténégro, Serbie, Slovénie, Parigi, Kolja Mićević, 2002.
(FR) Laza Kostić, Théâtre folklore, in Revue d'art dramatique, XXXI, n. 186, Parigi, 1893, pp. 321-334.
(FR) Laza Kostić, Critique impériale, in Revue d'art dramatique, Parigi, 1894, pp. 204-218.