Accompagnato - Quel che la maggior figlia (Oracolo di Apollo)
Non mi lusinga vana speranza (Oronte)
Mi va scherzando in sen (Arpago)
Serena il tetro nubilo (Statira)
Se fui contento (Oronte)
Io son quell'augelletto (Alinda)
Arioso - Dario amato (Argene)
Arioso - Dunque solo (Dario)
Sarà tua la bella sposa (Argene)
Se palpitare il sen (Statira)
Non lusinghi il core amante (Niceno)
Perderò la bella mia (Dario)
Atto III
Arioso - Col splendor del sacro alloro (Oronte e Arpago)
Ubbidisco amate stelle (Arpago)
Sentirò fra ramo e ramo (Statira) [aggiunta]
Arioso - Se speri di baciar (Argene e Alinda)
Amorosa la mia speme (Alinda)
Crudeltà, che m'è pietosa (Oronte)
Duetto - Pur t'abbraccio, pur t'annodo (Dario e Statira)
A me ceppi, a me catene? (Alinda)
Ferri, ceppi, sangue, morte (Argene)
Coro - Rinforzi la gioia il suon delle trombe (tutti)
Trama
Nel libretto l'argomento è così descritto:
«Morto Ciro monarca de Persiani, tre furono gli soggetti più ragguardevoli che pretesero la successione all'impero; Dario chiaro per la nobiltà de natali, e per le proprie fortune, ed era egli sostenuto dai Satrapi della Persia. Oronte giovane di vago aspetto, ed era lui seguito dalla plebe. Arpago il terzo Capitano, il quale veniva assistito dalle milizie. Doveva fra questi pari di forze seguir duro, e sanguinoso contrasto, ma Dario sdegnato di spargere il sangue de Cittadini, propose agli Emoli, che sospese l'armi fosse quello tra loro veramente Monarca dell'Asia, che ottenesse per isposa Statira, primogenita di Ciro, il qual consiglio venne anche approvato dall'Oracolo del Sole. S'assicurava ciascheduno de pretensori nel proprio merito, ma più d'ogni altro Dario sperava di conseguir Statira, e con Statira il Diadema, perché essendo di lei invaghito, si valeva del mezzo d'Argene, sorella minore di Statira. Ma innamorata Argene occultamente di Dario, e stimolata dall'ambizion di regnare, fondando massime le sue speranze sovra la stolidità della sorella, ch'era difettosa di mente, tentò con vari inganni di turbar questi amori; ma superate finalmente l'opposizioni fu incoronato Dario con Statira, ed Argene per l'atroce delitto severamente punita, confermandoli quella sentenza d'Orazio, che rarò antecedentem scelestum deseruit pede pœna claudo.»
Note
^Strohm, I, voce: L'incoronazione di Dario (1717) - RV 719, pp. 193 e segg.
^il nome è riportato da Le magazine de l'opéra baroqueArchiviato il 1º marzo 2014 in Internet Archive. come Anna Maria Fabri-Bombaciara. Si tratterebbe quindi della moglie di Annibale Pio Fabri (interprete del ruolo del titolo), talora indicata anche con il cognome da nubile di Bombaciari o Bombaciara. Secondo peraltro Colin Timms ("Fabbri, Anna Maria", in Sadie, Stanley (a cura di), The New Grove Dictionary of Opera, Grove (Oxford University Press), New York, 1997, II, pag. 99, ISBN 978-0-19-522186-2), l'identificazione tra le due cantanti è "probabilmente" erronea, e l'Anna Maria Fabri interprete di Argene sarebbe quindi persona diversa dal contralto Anna Bombaciara, moglie di Annibale Pio Fabri; tale tesi è sostenuta, senza esitazioni, da Reinhard Strohm (I, p. 312, nota n. 378)
Bibliografia
(EN) Reinhard Strohm, The operas of Antonio Vivaldi, 2 voll., Firenze, Olschki, 2008. ISBN 978-88-222-5682-9