L'Europeo è stato un settimanale italiano d'attualità, pubblicato dal 1945 al 1995. Dal 2001 ha conosciuto una nuova stagione editoriale, che si è conclusa nel luglio 2013.
La redazione, che aveva sede a Milano in via Monte di Pietà 15, comprendeva nomi destinati a diventare famosi: Tommaso Besozzi, Oriana Fallaci, Vittorio Gorresio, Vittorio Zincone, Gian Franco Venè e Giorgio Bocca. La formula era innovativa: L'Europeo era un “quotidiano” che usciva una volta alla settimana. Il formato lenzuolo (lo stesso dei quotidiani) consentì innovative soluzioni grafiche e un'impaginazione creativa e mobile. Dopo il successo riscontrato dalle vendite, entro il primo anno la foliazione raggiunse le sedici pagine.
Un altro periodo d'oro del periodico coincise con la direzione di Tommaso Giglio (1966-76), durante la quale L'Europeo toccò le 230.000 copie a numero. In questo periodo scrissero per il settimanale i più importanti giornalisti italiani dell'epoca. Nel 1975 fu adottato un formato più ridotto, seguendo una linea adottata dai maggiori settimanali d'attualità. Alla fine degli anni settanta L'Europeo conobbe un periodo di calo delle vendite. Per rilanciarlo, nel 1979 si decise di trasferire la redazione a Roma. Il 21 giugno di quell'anno il giornale uscì con una nuova veste grafica, un nuovo ordinamento delle sezioni e anche una nuova collocazione politica, filosocialista[3]. I risultati non furono soddisfacenti (la diffusione scese a 140.000 copie), per cui l'anno successivo il giornale fu riportato a Milano. Fu chiamato alla direzione Lamberto Sechi, che aveva diretto per 14 anni Panorama (1965-1979), portandolo a grandi livelli di diffusione. Sechi frenò l'emorragia di vendite. Durante la sua direzione la testata fu accorciata in Europeo, togliendo l'articolo iniziale. Nel 1983 Sechi fu ringraziato e congedato. Dopo di lui, però, il settimanale faticò a mantenere un soddisfacente livello di vendite.
Nella seconda metà degli anni ottanta ricominciò a perdere lettori. La rivista cessò le pubblicazioni nel marzo 1995. Il marchio rimase di proprietà di RCS MediaGroup, che per garantire continuità alla testata, pubblicò alcuni numeri monografici: il primo uscì il 20 febbraio 1997, intitolato Il fattore K; il secondo fu pubblicato quattro anni dopo (aprile 2001, Cinquant'anni di gialli). Avendo ottenuto un soddisfacente successo di vendite, l'editore decise di pubblicare numeri monografici ogni tre mesi. Un'autonoma redazione guidata da Daniele Protti riproponeva gli articoli storici della rivista, contestualizzandoli e legandoli ai fatti recenti. Nel 2003 la periodicità passò da mensile a bimestrale. Dal febbraio 2008 L'Europeo fu distribuito come mensile in abbinamento opzionale al Corriere della Sera. Con il numero di luglio 2013 l'editore ha sospeso definitivamente le pubblicazioni.[4]
L'Europeo Ciac
Oltre al settimanale cartaceo, la redazione per oltre due anni fu impegnata nella produzione di un cinegiornale: L'Europeo Ciac. I filmati venivano realizzati dalla
Compagnia Italiana Attualità Cinematografiche (C.I.A.C., diretta da Sandro Pallavicini e di proprietà di Angelo Rizzoli) mentre i testi erano curati appunto dai giornalisti del settimanale.
Tra il 1956 e il 1958 furono realizzati 116 numeri di L'Europeo Ciac, proiettati nei cinema italiani.
Nel 1997 il fondo è stato acquistato dall'Istituto Luce[5].
Direttori de L'Europeo
Evoluzione del prezzo
1946: 25 lire
1947: 40 lire
1948-1950: 70 lire
1951-1959: 80 lire
1960-1964: 100 lire
1965-1969: 150 lire
1970-1971: 180 lire
1971-1972: 200 lire
1973-1974: 250 lire
1975-1976: 400 lire
1979: 600 lire
1980: 700 lire
1982: 1 000 lire
1985: 1 800 lire
1986: 2 000 lire
1987: 2 000 lire
1988: 2 300 lire
1992: 3 000 lire
1994: 3 700 lire
2000-2001: 15 000 lire o 7,75 euro
2002-2007: 8 euro
2008-2013: 7,9 euro
La fine di una direzione non coincide con l'inizio della successiva perché da un numero all'altro passano sette giorni.
^L'Europeo Ciac (1956 - 1958), su archivioluce.com. URL consultato il 5 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2017).
^Alla notizia della nomina di Vittorio Feltri il comitato di redazione proclamò uno sciopero che si protrasse per due mesi, fino a tutto gennaio 1990.
^Le firme, su leuropeo.com. URL consultato il 2 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2010).
^Curò nei primi anni 1990 (durante la direzione di Vittorio Feltri) la rubrica "Visti da vicino": lo stesso titolo di una serie di libri da lui pubblicati.