Figlio del ricco mercante Dimitris Krystallis e di sua moglie Giannoula Psallida,[1] Krystallis ha frequentato la scuole a Giannina.[2]
Nel 1887 ha pubblicato la prima raccolta di poesie dal titolo Ombre di Ade, ispirato da Dante e Omero,[2] le cui tematiche patriottiche rivoluzionarie, i riferimenti agli episodi della Rivoluzione del 1821, gli hanno causato problemi con le autorità turche che lo hanno condannato in contumacia a venticinque anni di esilio e quindi è stato costretto a fuggire nel 1889 ad Atene.[1]
Ad Atene, ha cambiato il suo cognome in Krystallis, inoltre ha lavorato come tipografo per due anni,[3] come autore di voci enciclopediche, come segretario per il periodicoLa settimana, come impiegato delle ferrovie del Peloponneso,[3] ha collaborato con il giornaleVoce dell'Epiro (1892-1894),[3] manifestando tutti i suoi ideali per la libertà del suo paese, che era ancora sotto il controllo ottomano.[1]
A causa del peggioramento del suo stato di salute si è trasferito dapprima a Corfù e poi ad Arta in casa della sorella, dove è morto all'età di ventisei anni, il 22 aprile 1894.[1]
Krystallis è morto in giovane età, a causa della tubercolosi, dopo una breve esistenza dolorosa, confortata dal ricordo delle persone care e dal canto delle montagne.[4]
Stile e pensiero poetico
Le sue prime opere epico-liriche e patriottiche, quali Ombre di Ade e Il monaco di Kleisoura di Missolonghi (1890), scritte in un linguaggio arcaico, sono state influenzate dal Romanticismo ateniese e dal poeta Aristotelis Valaoritis,[3] invece con le opere successive, dal 1891 con Poesie agresti e Canti del villaggio e dello stazzo (1893), si è avvicinato al circolo della nuova scuola ateniese, ben rappresentata da Kostis Palamas, giungendo alla lingua greca volgare e alla canzone popolare neoellenica,[1] intrisa di riferimenti teocritei, fatto che gli ha attirato scarse simpatie da parte dei critici letterari amanti della lingua colta.[4]
Diversamente dall'anonimo autore della Pastorella cretese (XVII secolo), che ha convertito in poesia popolare un genere colto e straniero, Krystallis ha preferito proseguire e approfondire il canto folclorico con lo stile del poeta d'arte,[4] che da un punto di vista espressivo ha condotto l'autore ad una sapienza tecnica e a un candore lirico.[4]
Il suo linguaggio poetico è stato ricco di elementi dialettali e Krystallis si è avvicinato al modello di Virgilio, assimilando la tradizione e innovandola.[4]
Le sue liriche si sono caratterizzate per le immagini ispirate dalla natura, dalla vita rurale, dalla vita lavorativa quotidiana, avvolte dai suoni della flora e della fauna, oltre che dagli eventi naturali, dal mondo della favola e dell'incantesimo, che consentono di dimenticare le sofferenze quotidiane e le passioni. Queste immagini hanno costituito la premessa della realizzazione di un mondo lirico intuìto con una genuinità, una sincerità, una inventività che diradano il pathos.[4]
Anche nelle sue prose rurali e bucoliche,[2] le sue influenze risalgono al campo delle tradizioni popolari.[1] Tra le sue prose menzionamo Vie De Montage, pubblicata a Parigi nel 1895, in cui si mescolano satira, tradizioni e politica greca.
Krystallis ha ispirato numerosi scrittori, tra i quali Ghiannis Kambysis e D. Paparrigoulos, ed è accostabile allo stile del poeta Spyridon Vasiliadis.[2]
Opere principali
Σκιαί του Άδου (Ombra di Ade);
Ο καλόγηρος της Κλεισούρας του Μεσσολογγίου (Il monaco di Kleisoura di Missolonghi);
Αγροτικά (Poesie agresti);
Τραγουδιστής του χωριού και της Στάνης (Canti del villaggio e dello stazzo);
Πεζογραφήματα (Novelle);
Γκόλφω (Golfo);
Ψωμοπάτης (Psomopatis);
Αρπαγή (Sequestro);
Αθάνατο νερό (Acqua immortale);
Θάνατος της βοσκοπούλας (La morte della pastorella);
Αναμνήσεις (Ricordi);
Όνειρο (Sogno).
Note
^abcdef(EL) Kristallis Kostas, su ekebi.gr. URL consultato il 16 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2011).