Kora (tibetano: སྐོར་ར, Wylie: skor ra, THL: kor ra) è una parola della lingua tibetana che significa "circumambulazione" o "rivoluzione". Per kora si intende sia l'azione del pellegrinaggio sia un tipo di pratica meditativa presente nelle tradizioni del Buddismo tibetano e del Bön. Il praticante esegue un kora facendo una circumambulazione intorno a un sito o un oggetto sacro, di solito come tappa intermedia di un pellegrinaggio, di una cerimonia o di un semplice rito. In termini più generali, è un termine che viene spesso utilizzato per riferirsi all'intera esperienza di pellegrinaggio nelle regioni tibetane.
Descrizione della pratica
Per indicare il "pellegrinaggio", i tibetani usano in genere il termine nékor (tibetano: གནས་སྐོར, Wylie: gnas skor), letteralmente "circolare intorno a un edificio", facendo riferimento alla pratica della circumambulazione, ritenuta capace di avere influenze positive su colui che la compie. Con il termine né o néchen (tibetano: གནས་ཆེན, Wylie: gnas chen) ci si riferisce invece ad un luogo o un oggetto sacro, dotato della capacità di influenzare positivamente chi compie la pratica.
I né solitamente sono di quattro tipi:
Siti naturali: i né di maggiore importanza sono le montagne considerate sacre e i laghi. Essi coprono vaste aree, di estensione a volte pari a centinaia di chilometri quadrati. All'interno di queste aree i punti che emanano energie positive sono generalmente cime, rocce, grotte, sorgenti, confluenze e luoghi adibiti alla pratica della sepoltura celeste. La Kora associata a questi siti naturali può comportare un duro viaggio su lunghe distanze, attraverso un alti valichi e terreni difficili. In Tibet le mete di kora sono solitamente il monte Kailash e il lago Manasarovar.[1][2][3][4]
terre nascoste (beyul): terre segrete o nascoste; regni paradisiaci situati nelle aree più remote dell'Himalaya.[5][6]
santi: un pellegrinaggio può anche avere lo scopo di rendere omaggio a una persona santa, in tal caso considerata un né.
Il pellegrino è conosciuto come né korwa, letteralmente "colui che circonda un né" (tibetano: གནས་སྐོར་བ, Wylie: gnas skor ba), con evidente riferimento all'azione della circumambulazione in quanto parte integrante del viaggio.[7] I pellegrini cercano infatti di generare meriti karmici (puṇya) eseguendo giri di kora, generalmente eseguita camminando o prostrandosi ripetutamente mentre si girano ruote della preghiera e si recitano mantra. I pellegrini buddisti solitamente emulano il percorso del sole e girano in senso orario, mentre i seguaci del Bön si muovono tradizionalmente in senso antiorario.[8][9]
Note
^Snelling, John. (1990). The Sacred Mountain: The Complete Guide to Tibet's Mount Kailas. 1st edition 1983. Revised and enlarged edition, including: Kailas-Manasarovar Travellers' Guide. Forwards by H.H. the Dalai Lama of Tibet and Christmas Humphreys. East-West Publications, London and The Hague. ISBN 978-0856921735
^Linda Kay Davidson; David Martin Gitlitz (2002). Pilgrimage: From the Ganges to Graceland: An Encyclopedia, Τόμος 1. ABC-CLIO pp. 312–313 ISBN 978-1-57607-004-8
^Norbert C. Brockman (2011). Encyclopedia of Sacred Places. ABC-CLIO - 2nd Edition pp. 53–54 ISBN 978-1-59884-654-6