Il 7 novembre 1939, quando era ancora un chierico venne arrestato con gli altri seminaristi dalla Gestapo. Dopo mesi di reclusione a Sachsenhausen, il 14 dicembre 1940 arrivò a Dachau. Dalla fine del 1942 fu sottoposto a esperimenti pseudo-medici sulla cellulite dalla commissione medica guidata dal dottor Heinrich Schütz. Il 10 novembre 1942, insieme ad altri trentasette chierici polacchi, fu selezionato per essere sottoposto a delle iniezioni. In segreto continuava a partecipare ai sacramenti. Nei primi mesi del 1943 nel campo di concentramento scoppiò un'epidemia di tifo. Temendo la diffusione dell'infezione, la commissione smise di fare esperimenti. Majdański sopravvisse all'epidemia. La sua sopravvivenza a Dachau fu possibile pure grazie all'aiuto ricevuto da Stanislav Zámečník, anch'egli internato nel campo. Nel 1975 a Monaco di Baviera testimoniò al processo contro Heinrich Schütz. Quest'ultimo basava la sua difesa sul fatto che gli esperimenti che conduceva avrebbero potuto essere utili per la collettività.[2] Schütz alla fine fu condannato a dieci anni di carcere ma non scontò un solo giorno della sua pena.[1]
Il 1º marzo 1979 divenne vescovo di Stettino-Kamień. Nell'esercizio delle sue funzioni episcopali fondò il seminario di Stettino nel 1981 e l'Istituto di vita consacrata secolare "Sacra Famiglia" nel 1986. Dal 19 gennaio 1980 all'anno successivo fu vicepresidente del Pontificio consiglio per la famiglia, detto anche Comitato per la famiglia. Nel 1980 partecipò alla V assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi.
Nel 1987 fu promotore e organizzatore della visita di papa Giovanni Paolo II a Stettino. Contribuì allo sviluppo e all'espansione della diocesi, che dopo le sue dimissioni accolte il 25 marzo 1992, fu promossa a sede metropolitana. A lui fu concesso il titolo di arcivescovo ad personam.[3]
Per molti anni collaborò con Radio Maria. Era anche un sostenitore dell'Opus Dei, che nel 1989 arrivò anche nel suo paese. Fu uno dei più stretti collaboratori di papa Giovanni Paolo II nell'elaborazione di una "teologia della famiglia".
Morì a Łomianki il 29 aprile 2007 e fu sepolto nella cappella dell'Istituto per gli studi sulla famiglia di Łomianki da lui fondato. Lo stesso anno, presso il cimitero centrale, su iniziativa dell'Associazione "Space Time Identity" fu piantato un albero dedicato alla sua memoria.