Julien Benda proveniva da una famiglia ebraica assimilata di commercianti, e studiò matematica e storia.
All'inizio del XX secolo, come rappresentante del realismo, si oppose alle posizioni irrazionaliste nella filosofia e nell'arte, e nella sua opera Belphégor (1918) condannò l'emotività e l'intuizione. Perciò tra il 1912 e il 1914 fu coinvolto in una polemica con Henri Bergson e la sua filosofia.
In particolare nel romanzo L'ordination (1910/1912) e nel famoso trattato La Trahison des Clercs ("Il tradimento dei chierici", 1927) lamentò polemicamente la tendenza degli intellettuali francesi e tedeschi, nel XIX e XX secolo, a tradire la loro posizione universalista, il valore della giustizia e la democrazia, e dedicarsi invece sempre più a "passioni politiche" come la lotta di classe, il nazionalismo e il razzismo. Benda criticò aspramente soprattutto i suoi compatrioti francesi Charles Maurras e Maurice Barrès. La sua idea di "intellettuale" descrive una classe sociale, "le cui attività già dalla loro essenza non sono dirette a fini pratici; persone, che cercano soddisfazione nell'arte, nella scienza o nella speculazione metafisica -, in breve, nel possesso di beni immateriali" . Il termine usato da Benda in francese è clercs, che richiama i monaci, dediti alla meditazione e alla riflessione, in contrapposizione ai laici, uomini d'azione. Come esempi di intellettuali sceglie Platone, Cartesio e Kant. Benda ha difeso l'approccio temperato e spassionato della cultura classica e l'internazionalismo della tradizione cristiana. Secondo Gramsci la concezione dell'intellettuale propria di Benedetto Croce è assimilabile a quella di Benda.
Nel Discours à la nation européenne (1933) Benda si impegnava già per una Unione europea razionalista e propugnava una ragione sovranazionale.
Durante la seconda guerra mondiale, all'instaurarsi del regime di Vichy, visse in clandestinità in modo quasi monastico. Su questo periodo pubblicò nel 1947 Exercice d'un enterré vif, juin 1940-août 1944 ("Esercizio di un sepolto vivo, giugno 1940-agosto 1944"). Nel 1942 riuscì a far pubblicare negli Stati Uniti il suo scritto La grande épreuve des démocraties (1942), in cui si opponeva criticamente al Fronte Popolare e al nazionalsocialismo.
Dopo la fine della guerra, prese posizioni nettamente contrarie a qualsiasi amnistia verso i collaborazionisti e a una riconciliazione nazionale, contrapponendosi per esempio a Jean Paulhan, che pure era medaglia al merito della Resistenza francese. Si avvicinò invece al Partito Comunista Francese, giungendo a giustificare le epurazioni staliniane avvenute in Ungheria.
Morì nel 1956.
Influenza
In conseguenza delle successive edizioni della sua opera sul tradimento degli intellettuali, anche dopo la sua morte Benda ha provocato ripetute discussioni tra gli intellettuali francesi e nella sfera pubblica, negli anni '50 e '70, sul ruolo dell'intellettuale e il suo rapporto con il potere nella società. In Germania la sua opera è stata meno considerata, benché Benda si fosse riferito anche agli intellettuali tedeschi. Solo negli anni '80 Edward Said si è richiamato a Benda e da una lettura controversa della sua opera sul Tradimento ha sviluppato la sua idea dei "weltlichen Intellektuellen". Nel mondo anglosassone, Benda sembra essere poco letto al giorno d'oggi. Il Tradimento è l'unica opera tradotta in inglese. Il fatto che Roger Kimball abbia scritto l'introduzione per un'edizione del 2006 di questa traduzione suggerisce che Benda riceva un certo rispetto tra i pensatori conservatori di lingua inglese. In Italia si è richiamato esplicitamente a Benda Norberto Bobbio[1].
Opere
Les sentiments de Critias – 1917
Belphégor: essai sur l'esthétique de la présente société française – 1919
Les amorandes – 1922
La croix de roses; précédé d'un dialogue d'Eleuthère avec l'auteur – 1923
Lettres à Mélisande – 1926
L'ordination – 1926
La trahison des clercs 1927
Cléanthis ou du Beau et de l'actuel – 1928
Properce, ou Les amants de Tibur – 1928
Appositions – 1930
Esquisse d'une histoire des Français dans leur volonté d'être une nation – 1932
Discours à la nation européenne – 1933
La jeunesse d'un clerc – 1936
Précision (1930-1937) – 1937
Un régulier dans le siècle – 1937
La grande épreuve des démocraties. Essai sur les principes démocratiques: leur nature, leur histoire, leur valeur philosophique. – 1942
Exercice d'un enterré vif, juin 1940-août 1944 – 1945
La France byzantine, ou, Le triomphe de la littérature pure: Mallarmé, Gide, Proust, Valéry, Alain, Giraudoux, Suarès, les Surréalistes: essai d'une psychologie originelle du littérateur – 1945
Du poétique. Selon l'humanité, non selon les poètes – 1946
Non possumus. À propos d'une certaine poésie moderne – 1946
Le rapport d'Uriel – 1946
Tradition de l'existentialisme, ou, Les philosophies de la vie – 1947
Trois idoles romantiques: le dynamisme, l'existentialisme, la dialectique matérialiste – 1948
Du style d'idées: réflexions sur la pensée, sa nature, ses réalisations, sa valeur morale – 1948
Les cahiers d'un clerc, 1936-1949 – 1949
La crise du rationalisme – 1949
Traduzioni in italiano
Belfagor, Palermo, Flaccovio, 1991
L'ordinazione, Palermo, Sellerio editore, 1990
Il rapporto di Uriele, Bologna, Il Mulino, 1996
Discorso alla nazione europea, Venezia, Marsilio, 1999
Properzio ovvero Gli amanti di Tivoli, Macerata, Liberilibri, 2008
Il tradimento dei chierici. Il ruolo dell'intellettuale nella società contemporanea, Torino, Einaudi, 2012