Suo padre, direttore di una banda musicale a Sueca, sua città natale, fu colui che lo introdusse nel mondo della musica dandogli le sue prime lezioni, più come un gioco. Tuttavia il piacere e l'interesse mostrati dal piccolo José erano così grandi che a cinque anni conosceva già la teoria musicale e a 12 anni suonava la chitarra e il violino.
Nel 1889 si trasferì a Valencia per continuare i suoi studi musicali al Conservatorio con Salvador Giner.[1] Cominciò a studiare pianoforte, anche se presto abbandonò questo strumento e continuò i suoi studi di violino e composizione. Nel 1892 si trasferì a Madrid con l'intento di ottenere una borsa di studio con cui continuare i suoi studi, borsa di studio che ottiene dal Ministero dello Sviluppo grazie alla raccomandazione di Emilio Serrano e che sarebbe durata un anno. A Madrid, durante questo periodo per sopravvivere, compose canzoni, a 25 pesetas ciascuna, che servivano a promuovere artisti minori. Durante questo periodo trovò serie difficoltà ad avere successo a Madrid a causa della difficoltà di trovare librettisti e teatri dove per eseguire le anteprime. Aiutò Manuel Fernandez Caballero, che era vittima di una cecità progressiva, nella composizione della sua zarzuelaGigantes y cabezudos, che servì a farlo conoscere nel mondo teatrale. Così i fratelli Serafin e Joaquin Álvarez Quintero, nel tentativo di dargli una possibilità, gli offrirono il libretto di El motete. Eseguito in anteprima con successo il 24 aprile 1900, fu la prima composizione di Serrano e anche quella con la quale divenne noto. In seguito avrebbe battezzato una delle sue figlie come Maria del Motete, padrino il suo amico scienziato Bernardino Landete Aragó.[2] Nel 1909 compose l'Himno a la Exposición, un pezzo presentato in anteprima all'Esposizione Regionale di Valencia, e che sarebbe stato scelto nel 1925 come inno regionale. Nel 1923 il Consiglio provinciale di Valencia gli commissionò un inno commemorativo per l'incoronazione della Vergine dei Desamparados, patrona di Valencia. La prima di questo lavoro ebbe luogo il 24 maggio 1923 davanti a circa 30.000 persone, ottenendo un clamoroso successo.
La sua figura è lodata e consolidata dal lavoro svolto. Compose opere per il género chico e il grande zarzuela. Tra queste si distinguono: La Reina mora (1903) con testi dei Fratelli Alvarez Quintero, Moros y cristianos (1905); El Perro Chico (1905), El pollo Tejada (1906) e El Príncipe Carnaval (1919) in collaborazione con Quinito Valverde; Alma de Dios (1907), El amigo Melquiades (1914), sempre in collaborazione con Quinito Valverde, La canción del olvido (1916), con testi di Federico Romero Sarachaga e Guillermo Fernández-Shaw, Los de Aragón (1927), Los claveles (1929) e La Dolorosa (1930).
Trascorse gli ultimi anni della sua vita nella città valenziana di El Perelló, dove si dedicò esclusivamente alla pesca. Dopo aver scoperto di avere un cancro all'esofago, nel 1940 si trasferì a Madrid per essere curato, morendo in questa città nel 1941.
^(ES) Ramón Ahulló Hermano, José Serrano (1873-1941): del músico popular al compositor desconocido, Valencia, Institució Alfons el Magnànim, 2017, p. 24, ISBN9788478227150, OCLC1000083502.
^(ES) Javier Sanz e María José Solera, Bernardino Landete: vida y obra, Canet d'En Berenguer, Valencia Studio Puig, 2012, ISBN9788469538302, OCLC828307061.
Bibliografia
(ES) Javier Sanz e María José Solera, Bernardino Landete: vida y obra, Canet d'En Berenguer, Valencia Studio Puig, 2012, ISBN9788469538302, OCLC828307061.
(ES) Ramón Ahulló Hermano, José Serrano (1873-1941): del músico popular al compositor desconocido, Valencia, Institució Alfons el Magnànim, 2017, ISBN9788478227150, OCLC1000083502.