Al termine della stagione 2002 la Jordan perse la fornitura ufficiali dei motori Honda e il suo sponsor principale, ragion per cui la squadra irlandese poté disporre di un budget non superiore ai 70 milioni di dollari.[1] Furono quindi effettuati molti esuberi di tecnici e il progettista Anderson si ritrovò in difficoltà nel costruire la vettura. Alla progettazione parteciparono anche Niccolò Petrucci ed Henri Durand che si occuparono dello sviluppo aerodinamico.[1]Eddie Jordan, inoltre, fece aderire la propria scuderia all'opzione Heathrow nel tentativo di limitare i costi.[1]
Progettata da Gary Anderson, la Jordan EJ13 era una vettura abbastanza convenzionale e riprendeva molte delle soluzioni adottate già nel precedente modello.[1] Si trattò, però, di una monoposto estremamente inaffidabile e poco competitiva, se si esclude un acuto in Brasile in condizioni particolari. I problemi maggiori capitarono a Fisichella che fu più volte costretto al ritiro. Inoltre anche nel giro singolo le vetture della scuderia irlandese non fornivano buone prestazioni, con i piloti spesso costretti a schierarsi a metà della griglia di partenza. Anche i motori Ford, rispetto agli Honda utilizzati fino alla stagione precedente, non davano una buona affidabilità.
Perciò la Jordan ritenne che era meglio pensare al 2004 e iniziare a progettare una vettura migliore.
Carriera agonistica
I test
Il termine dell'accordo di fornitura dei motori con la Honda mise in seria difficoltà il team irlandese che svolse pochi test prima dell'inizio della stagione. In tutto i due piloti accumularono 4.358 chilometri di prove, la maggior parte dei quali furono percorsi da Fisichella.[1]
Note
^abcdef Alberto Antonini, Il peggior nemico è l'austerity, in Autosprint, n. 9, San Lazzaro di Savena, Conti Editore, marzo 2003, p. 13.