Originario del Tirolo del Sud (austriaco all'epoca, oggi in Italia), egli fu l'autore di tre statue pedestri di Luigi XVI degli anni 1820.
Vita e attività artistica
Johann Dominik Mahlknecht nacque il 13 novembre del 1793 nella località tirolese di Castelrotto, allora appartenente all'impero asburgico. Fin dalla tenera età mostrò un'inclinazione nei confronti della scultura: si trasferì giovanissimo in Francia per continuare lì la sua formazione. Dapprima risiedette a Lione e a Le Mans, e nel 1812 si stabilì a Nantes, dove entrò nello studio dello scultore Joseph Debay (1779-1863). In questo periodo egli realizzò molti monumenti e statue commemorative per gli spazi pubblici.[3] Il vero riconoscimento di Mahlknecht avvenne nel 1826, quando il re Carlo X lo nominò "scultore di sua Altezza reale". La nomina prevedeva la concessione di uno studio a Parigi affinché l'artista potesse lavorare e formare dei giovani alunni (come Jean-Baptiste Barré e Amédée Ménard).[3]
Nel 1831 egli espose una scultura ritraente la dea Venere al Salone degli artisti francesi, vincendo una medaglia di seconda classe.[3][4] Nell'anno 1840, Mahlknecht venne scelto dal governo francese, assieme ad altri scultori importanti dell'epoca, per la decorazione esterna della chiesa della Maddalena di Parigi; allo scultore si deve la creazione della figura di San Francesco di Sales.[5]
Lo stile di Mahlknecht segue fedelmente i modelli del neoclassicismo che prevalevano nella sua epoca. Ciononostante, le sue sculture non mostrano il distacco freddo e l'accademismo di Canova o Alberto Thorvaldsen, ma cercano la loro ispirazione non solo nell'antichità greco-romana, ma anche nel Rinascimento o nel Barocco.
Questo si vede in alcune delle sue opere migliori, come la Santa Filomena della chiesa di San Germano d'Auxerre a Parigi (della quale esiste una copia al museo della Val Gardena, a Ortisei), il già citato San Francesco di Sales o la Madonna col Bambino della chiesa di Ortisei, una parrocchia vicina al suo paese natale, per la quale realizzò anche quattro figure che ritraggono gli evangelisti.[2] In tutte queste opere si vede la sua padronanza della tecnica, che raggiunge il virtuosismo nella resa delle vesti e dei panni, e la serenità e la grazia dei volti e degli atteggiamenti dei personaggi.
Dopo una carriera artistica lunga e prolifica, della quale lasciò delle testimonianze in tutta la Francia, lo scultore morì a Parigi nel 1876.[5]
Egli fu l'autore di due delle altre quattro statue pedestri di Luigi XVI ancora presenti negli spazi pubblici in Francia: quella di Le Loroux-Bottereau (Loira Atlantica), all'ufficio del turismo (quella che è posta dinnanzi alla chiesa del paese è una copia) e quella di Plouasne (Côtes-d'Armor), nei giardini del castello di Caradeuc.