A causa dei continui dissapori e delle continue razzie perpetrate dalle truppe tataro-mongole, Ivan, appena salito al trono, cercò di abbandonare la tradizionale politica moscovita di alleanza con il Khanato dell'Orda d'Oro, per allearsi con il Granducato di Lituania, il cui potere si stava consolidando ad ovest. Tale politica fu tuttavia presto abbandonata e Ivan, come i suoi predecessori, giurò fedeltà all'Orda.[1]
I contemporanei descrissero Ivan come un sovrano pacifico e apatico, votato all'inazione persino quando Algirdas di Lituania conquistò la capitale del suocero, Brjansk,[2] e quando Oleg di Rjazan' bruciò numerosi villaggi in Moscovia. Il clero ortodosso, guidato dal metropolita Alessio, fu tuttavia determinante nel consolidare il ruolo del Gran Principe.
Durante il suo regno, pur non eguagliando le conquiste del padre e del nonno, Ivan annesse alla Moscovia aree a sud-ovest di Mosca, incluse Borovsk e Vereja. Morì nel 1359 e fu sepolto nella Cattedrale dell'Arcangelo Michele.
Matrimoni e discendenza
Ivan si sposò due volte.
Nel 1341 convolò a nozze con Fedosia Dmitrievna, figlia di Dmitrij Romanovič, principe di Brjansk. Dopo che questa morì, nel 1342, senza avere generato alcun discendente, Ivan rimase nello stato di vedovanza per tre anni. Nel 1345 sposò in seconde nozze Aleksandra Ivanovna Veljaminova, figlia di Vasilij Veljaminov, boiaro moscovita. Da quest'ultima ebbe quattro figli: