Sull'onda dei successi della Germania nazista, l’Italia tentò di acquisire rapidamente vantaggi territoriali. Sin dal 12 giugno[5] iniziarono operazioni di bombardamento sui protettorati britannici nel corno d'Africa.[4] Nell'agosto 1940 gli Italiani attaccarono la Somalia britannica partendo dai confinanti territori della Etiopia occupata.[2] Il ruolo dell’aviazione fu considerato fondamentale per il conseguimento del risultato e la 6ª Squadriglia,[2] 44º Gruppo Autonomo Bombardamento Terrestre,[1] fu intensamente impegnata nella rapida campagna, conclusasi con successo,[2] mentre i britannici ripiegavano e infine evacuarono le truppe verso il porto di Aden in Yemen, nella vicina penisola araba, lasciando la Somalia agli Italiani.[6] Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, solo ulteriori 40 S.79 riuscirono a raggiungere l’Africa Orientale Italiana, dapprima effettuando scalo tecnico dell'Aeroporto di Cufra e di Auenat,[7] ma tale rotta si interruppe dopo la loro conquista da parte degli inglesi, avvenuta nel dicembre 1940 e poi con partenza dall'Aeroporto di Benina di Bengasi, tramite installazione di speciali serbatoi.[7]
L'attacco ai convogli
Conquistato l'accesso al Golfo di Aden, la Regia Aeronautica a partire dal settembre del 1940[5] si concentrò nell'opera di contrasto[5] ai convogli che dall'India rifornivano le truppe inglesi in Egitto. Gli affondamenti ottenuti, convinsero i britannici a potenziare i reparti di aerei da caccia per fermare le azioni italiane. In questi pochi mesi dall'inizio del conflitto Gherardini eseguì più di duecento missioni di ricerca e attacco ai convogli.[5]
Il 27 novembre, nel corso di una di queste missioni con decollo dall'Aeroporto di Dire Dawa,[2] il suo aereo fu attaccato da tre aerei nemici, ed abbattuto sul cielo dello Yemen con la perdita di tutto l’equipaggio.[6]
Per onorarne il coraggio gli fu concessa[3] la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]
«Ufficiale pilota di eccezionali qualità militari, su tutti i cieli dell’Impero in oltre seicento ore di volo, valicando i confini del dovere, si distingueva in ogni più arduo cimento, portava a termine una difficilissima missione sulla base di Aden nonostante fosse attaccato da tre caccia avversari con i quali impegnava combattimento abbattendone uno e ponendo in fuga gli altri. Caduti due componenti l’equipaggio nell’impari lotta, chiedeva di accompagnarli all’ultima dimora al comando di un plotone d’onore. Rientrato al campo dal mesto uffizio mentre una formazione era in procinto di prendere il volo per una rischiosissima impresa, fedele alle nobili tradizioni dell’arma, chiedeva ed otteneva l’onore di parteciparvi. Nell’azione conclusasi in asprissimo combattimento contro forze nemiche soverchianti, durante la quale venivano abbattuti due apparecchi e gravemente danneggiata una grossa nave, coronava il suo grande ideale con l’offerta suprema della sua giovinezza. Quando già la vittoria precorreva le ali onuste di gloria egli passava sereno dal cielo della guerra a quello degli eroi. Cielo dell’Impero 1937-1940 - Cielo di Ras Al Ara, 15 ottobre 1940 XVIII.[1]» — Regio Decreto 10 maggio 1941[8]
^abc(FR) Giulio Gobbi, L'aviation italienne en AOI 1940-41, in Regia Aeronautica, aermacchi.ifrance.com. URL consultato il 27 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2008).
Emilio Brotzu, Gherardo Cosolo e Michele Caso, Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale Bombardieri Ricognitori Vol.4, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, 1972.
(EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italian Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN1-871187-01-X.
I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1969.
Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
Periodici
Nico Sgarlato, Le Aquile dell'Impero, in Ali di Gloria, n. 3, Parma, Delta Editrice, aprile-maggio 2012.