Isabelle Collin Dufresne è cresciuta in una famiglia della classe medio-alta fortemente legata ai valori religiosi[1] (che però l'artista ha presto iniziato a ripudiare) ed è stata istruita presso una scuola cattolica e successivamente in un riformatorio.[2] Dopo gli studi di arte ha lasciato la Francia per andare a vivere con una sorella più grande di lei a New York.
Dal 1954, anno in cui ha fatto la conoscenza di Salvador Dalí, Dufresne è diventata la sua musa ispiratrice, allieva e assistente. I due hanno lavorato insieme a Port Lligat, in Spagna, e New York. In anni più recenti ha affermato «di essere sempre stata una surrealista», ma di «essersene resa conto solo dopo aver conosciuto Dalí».[3] Negli anni sessanta Dufresne è entrata nel vivo della scena pop art americana progressista rappresentata da Jasper Johns, Robert Rauschenberg e James Rosenquist.
Nel 1963 Dalí ha fatto conoscere a Dufresne Andy Warhol, che l'ha fatta entrare nel circolo di artisti della Factory.[3] Nel 1964, su consiglio dell'artista pop, Dufresne ha iniziato ad adottare lo pseudonimo "Ultra Violet" perché solita portare i capelli di colore viola o lilla, suoi colori preferiti. Tra il la metà degli anni sessanta e quella del decennio seguente Dufresne è stata una delle cosiddette "superstar" di Andy Warhol e ha preso parte a oltre dodici film della Factory.
Dopo una lunga battaglia contro il cancro, Dufresne è morta la mattina del 14 giugno 2014 a New York.[4][5]
Discografia
Album in studio
1973 – Ultra Violet (come Ultra Violet)
Singoli
1973 – Shanghai Bill
2001 – The Light (Bonjour Madame) (come Ultra Violet, con J.B. Slik)