Divenuta dopo quel film la privatista per eccellenza del cinema italiano dei telefoni bianchi, la Dilian fu una delle attrici più popolari degli anni '40, soprattutto nel ruolo di studentesse antipatiche ma al tempo stesso dotate di bellezza nelle premesse, rese comunque accattivanti dalla dolcezza interpretativa dell'attrice. Così fu anche nell'altro ruolo della poetessa svampita di Teresa Venerdì (1941), di nuovo per la regia di De Sica e stavolta a fianco di Adriana Benetti.
Dopo aver scelto definitivamente lo pseudonimo di Irasema Dilian, trovò la consacrazione in Ore 9: lezione di chimica (1941) di Mario Mattoli, accanto ad Alida Valli e Andrea Checchi, imponendosi al pubblico, soprattutto nel cuore degli spettatori maschi adolescenti, come la ragazza sensibile e sincera che tutti sognavano di sposare.
Sposatasi nel 1950 con Arduino Maiuri, in seguito quotato sceneggiatore, dopo il flop del film Donne senza nome (1949) si trasferì con il marito in Messico per girare Muchachas de Uniforme (1951), che ebbe uno straordinario successo e che la proiettò verso una fama insperata nel Paese Nord americano, nel quale rimase diversi anni contribuendo con altre attrici a creare quella che venne in seguito definita "l'epoca d'oro" del cinema messicano. Tra i vari film è da segnalare Cime tempestose (1954) di Luis Buñuel, forse l'unico film che il regista si pentì di girare.
Ultimi anni
Nei primi anni sessanta, nonostante fosse ancora sulla cresta dell'onda, la Dilian si ritirò dal mondo dello spettacolo e tornò a vivere in Italia, mentre il marito Arduino Maiuri continuò la sua carriera di sceneggiatore. Dal loro matrimonio nacquero due figli, Coralla e Antonio. Morì a Ceprano (Frosinone) nel 1996.