I residenti di Mosier furono evacuati e l'impianto di trattamento delle acque reflue venne chiuso. La mattina seguente si vide una chiazza di petrolio sul fiume Columbia. Due giorni dopo l'incidente, i residenti vennero autorizzati a tornare alle loro case e i treni merci ricominciarono a circolare sui binari, nonostante la forte opposizione della comunità. La comunità approvò quindi una mozione di emergenza chiedendo alla Union Pacific di rimuovere tutto il petrolio dai vagoni danneggiati prima di riprendere l'uso dei binari. La Union Pacific portò via i vagoni danneggiati e limitò la velocità dei treni a 10 miglia orarie (16 km/h) nella sezione.[5]
Fuoriuscirono 42.000 U.S. liquid gallons (160.000 l) di petrolio. Gran parte di esso fu consumato dall'incendio, una parte finì nel fiume Columbia,[4] e 10.000 U.S. liquid gallons (38.000 l) furono recuperati dall'impianto di trattamento delle acque reflue della città.[6][7]
Controversie
Il National Transportation Safety Board rifiutò di indagare a causa della mancanza di feriti o morti e le prime informazioni raccolte dopo l'incidente indicarono che non erano presenti problemi di sicurezza significativi.[8]