L'illuminismo polacco, pur condividendo molti caratteri in comune con i movimenti di illuminismo classici dell'Europa occidentale, differì da essi per molti aspetti, costituendo un'interessante controparte. Gran parte del pensiero dell'illuminismo occidentale si evolse nel clima oppressivo della monarchia assoluta, e pose come primo obiettivo la battaglia per la libertà politica. I pensatori occidentali aspiravano alla separazione dei poteri di Montesquieu per restringere il potere quasi illimitato dei loro sovrani. L'illuminismo polacco, invece, si sviluppò in un frangente del tutto diverso. Il sistema politico polacco era quasi l'opposto di una monarchia assoluta: i monarchi polacchi erano eletti e la loro posizione era molto debole, in quanto gran parte del potere era detenuto dal Parlamento (il Sejm). Le riforme polacche miravano all'eliminazione delle leggi che avrebbero trasformato il Paese in una semi-anarchia, conseguente all'abuso del sistema del voto con il consenso all'interno del Sejm (liberum veto) che stava paralizzando la Confederazione Polacco-Lituana, specialmente durante il periodo della dinastia Wettin: la Polonia era già stata ridotta da principale giocatore sullo scacchiere europeo a stato fantoccio in mano agli stati confinanti. Pertanto, mentre gli illuministi di Francia e Prussia scrivevano riguardo alla necessità di maggiori strumenti di controllo sui re, l'illuminismo polacco fu diretto verso la lotta contro gli abusi che nascevano dalla troppa libertà.
Ma le differenze non finiscono qui. I movimenti illuministi occidentali furono dominati dalle popolazioni delle città e dalla borghesia, mentre nella Confederazione gran parte dei riformisti giungeva dalla szlachta (nobiltà). Fortemente gerarchico e dominato dall'aristocrazia, l'Occidente combatteva per l'uguaglianza, la cui nozione era spesso considerata tradimento (come si può notare nelle battaglie non eguali nei tentativi di Denis Diderot per pubblicare la sua Encyclopédie in Francia). La szlachta della Confederazione, che formava il 10% della popolazione, considerava tuttavia l'idea dell'uguaglianza come uno dei fondamenti della propria cultura e i riformisti combatterono per espanderla verso le altre classi sociali. La tolleranza religiosa, causa di molte guerre europee, fu un altro punto fermo delle libertà polacche; mentre l'Occidente era influenzato dalla rivoluzione industriale e combatteva per colonie d'oltremare, la Confederazione, perlopiù senza sbocco sul mare, cadde nel baratro della schiavitù.
Le idee di quel periodo portarono alla fine a uno dei più grandi successi della Polonia, la Costituzione del 3 maggio1791 (la seconda costituzione più antica al mondo), e altre riforme come la creazione del Komisja Edukacji Narodowej, il primo ministero dell'istruzione del mondo, che tentarono di trasformare la Confederazione in una monarchia costituzionale moderna. Nonostante i tentativi di riforma politica fossero ostacolati dalla guerra civile (Confederazione di Targowica) e dall'intervento militare degli stati confinanti, che si concluse con la spartizione della Polonia, l'impatto culturale di quel periodo rimase nella cultura polacca per diversi anni.
Le idee dell'Illuminismo polacco ebbero anche un impatto significativo all'estero. Dalla Confederazione di Bar (1768) attraverso tutto il periodo del Grande Sejm e fino alla tragica conseguenza della Costituzione del 3 maggio del 1791, la Polonia poté godere di una grande fioritura letteraria, ma anche politica e costituzionale. Parte della letteratura polacca fu discussa in Francia, e giunse addirittura all'attenzione di Thomas Jefferson.[1]John Adams, che fu a Parigi fino all'arrivo di Jefferson, divenne ministro americano a Londra e scrisse i suoi tre volumi della Difesa della Costituzione degli Stati Uniti, nella quale fu discusso il governo repubblicano polacco
[2].