La costellazione si estende a declinazioni fortemente australi, a sud della brillante Achernar (α Eridani), e viene a trovarsi perfettamente in mezzo tra la Grande e la Piccola Nube di Magellano. Appare come un triangolo formato dalle stelle α Hydri, β Hydri e γ Hydri, tutte di magnitudine 3, ma la costellazione è priva sia di altre stelle appariscenti, sia di oggetti non stellari notevoli; la stella α è la più settentrionale delle tre e si individua facilmente pochi gradi a SE di Achernar. La parte meridionale viene invece a trovarsi a pochi gradi dal polo sud celeste.
Il periodo più indicato per la sua osservazione nel cielo serale è quello dei mesi compresi fra ottobre e febbraio, ma tenendo conto che si tratta di una costellazione molto prossima al polo sud celeste, si presenta circumpolare da gran parte delle regioni in cui può essere osservata, ossia dall'emisfero australe; da quello boreale è visibile per intero solo a pochi gradi dall'equatore, mentre è totalmente invisibile a nord del Tropico del Cancro.
β Hydri è una stella gialla di magnitudine 2,82; trovandosi ad una distanza di soli 24 anni luce, è una delle stelle più vicine a noi. È anche il vertice meridionale del triangolo della costellazione.
Le stelle variabili della costellazione sono tutte molto deboli; la più luminosa in fase di massima è la RS Hydri, una Mireide che oscilla fra la decima e la sedicesima grandezza.
La costellazione è priva di oggetti non stellari di una certa importanza; l'oggetto più brillante è NGC 1466, un ammasso globulare appartenente alla Grande Nube di Magellano, noto per le stelle variabili in esso scoperte.
Quello di HD 10180, una nana gialla simile al Sole, è il più ricco sistema planetario in assoluto che si conosca, e non solo della costellazione. Uno dei suoi pianeti più esterni, HD 10180 g, si trova all'interno della zona abitabile. Conta di sette pianeti più altri due da confermare. Un altro sistema planetario noto della costellazione è quello di η2 Hydri, una gigante gialla che possiede un gigante gassoso con oltre sei masse gioviane alla distanza di 2 UA dalla sua stella madre.
^abc Alan Hirshfeld, Roger W. Sinnott, Sky Catalogue 2000.0: Volume 2: Double Stars, Variable Stars and NonstellarObjects, Cambridge University Press, aprile 1985, ISBN0-521-27721-3.
^The NGC/IC Project Public Database, su Results for various objects. URL consultato il 20 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).