Hugues Merle nacque a La Sône[1], villaggio nel Dipartimento dell'Isère, fece i suoi primi studi probabilmente in un collegio di Grenoble, quindi, scelta la via dell'arte, si trasferì a Parigi, dove fu allievo di Léon Cogniet a l'École des beaux-arts e già nel 1849 fu autorizzato a concorrere per il Prix de Rome.
Artista di scuola accademica, si dedicò quindi ai ritratti e alla pittura di genere, sviluppando soggetti morali e sentimentali con particolare efficacia, tanto che alcuni lo vollero paragonare a William-Adolphe Bouguereau per i soggetti e per la tecnica. Cominciò ad esporre nel 1847 al "Salon", dove presentò regolarmente le sue opere con esiti non particolarmente brillanti. Nel 1861 e nel 1863 ottenne comunque una medaglia di seconda classe[2].
All'inizio degli anni sessanta fece amicizia con Paul Durand-Ruel, che acquistò i suoi quadri già a partire dal 1842 e in seguito gli presentò William-Adolphe Bouguereau[3]. Merle venne ben presto considerato dal pubblico come un rivale di Bouguereau[4]. Per amicizia e riconoscenza, Merle, verso il 1865, fece diversi ritratti di Durand-Ruel, di sua moglie e di suo figlio John.
Hugues Merle ebbe un figlio (Georges Merle) anche lui pittore, ma che ebbe assai meno successo di suo padre[5].
Émile Bellier de La Chavignerie, Dictionnaire général des artistes de l'École française depuis l'origine des arts du dessin jusqu'à nos jours: architectes, peintres, sculpteurs, graveurs et lithographes, tome 2, p. 74, Librairie Renouard, Paris, 1885 (leggere on line)
Geneviève Lacambre, Jacqueline de Rohan-Chabot, Le Musée du Luxembourg en 1874, p. 138, Éditions des Musées Nationaux, Paris, 1974.
Michaël Vottero, Hugues Merle (1822-1881) Peinture de genre et marché de l'art sous le Second Empire, «bulletin de la société de l'histoire de l'art français», 2011, p. 145-216.
Liste des peintres présentés au Musée du Luxembourg en 1874.
Eric M. Zafran,European Art in the High Museum, Edizioni Atlanta, 1984.
Linda Whiteley, "Accounting for Tastes", in Oxford Art Journal, Vol. 2, Art and Society (Aprile 1979), pag.25–28.