Come molti artisti a lui contemporanei, preferì allontanarsi dall'Olanda a causa dei conflitti religiosi e della polemica iconoclastica.
Nel decennio che va dal 1570 al 1580 visse in Italia, soprattutto a Firenze, dove conobbe Giambologna, che suscitò in lui una grande ammirazione e da cui restò profondamente influenzato.
Il suo stile artistico si può definire vicino a quello italianizzante che si diffuse nel nord Europa alla fine del Cinquecento, prendendo spunto dal Manierismotoscano.[1]
Fece conoscere, presso le corti tedesche, le forme del Giambologna, seppur aggiornate in linea con lo spirito nordico, e fu l'iniziatore del movimento barocco.[1]
Dal 1581 al 1595 fu attivo a Kircheim, nel castello dei Fugger, lavorando assieme all'italianoCarlo Pallago. In questo luogo realizzò una dozzina di statue oltre alle fontane nel giardino, tra le quali spicca quella raffigurante l'imperatore Augusto . Alcune delle sue opere sono esposte al Museo di Monaco, tra le quali si può citare il gruppo di Venere e Marte.
Dal 1589 al 1591 operò ad Augusta, creando la fontana del municipio.
Nello stesso periodo lavorò, per conto del duca di Baviera, nella chiesa dei Gesuiti e per il mausoleo.