Hans Erich Nossack esordì nella letteratura già da adolescente, con opere di generi differenti, che però vennero censurate dal regime nazista e che furono distrutte, per la maggior parte, durante un bombardamento nella seconda guerra mondiale.[2][3]
Quindi le sue prime pubblicazioni risalirono al dopoguerra, quando si mise in evidenza come un importante esponente dell'avanguardia.[2]
Uno dei temi principali delle sue opere, racconti, drammi, saggi, riguardò le possibilità di una vita dignitosa e decorosa nell'ambito della società contemporanea e dell'esistenza della vita umana alla luce di quanto accaduto prima e durante la seconda guerra mondiale.[2][4]
Nossack si dimostrò uno degli interpreti più singolari e problematici delle tematiche belliche e sociali.[5]
Dopo il romanzo fantastico Nekya. Rapporto di un sopravvissuto (Nekya. Bericht eines Überlebenden, 1947), il cui titolo è derivato dal canto XI dell'Odissea, dove si descrive il regno dei morti, il suo scritto più importante si rivelò Intervista con la morte (Interview mit dem Tode, 1948), incentrato su dieci narrazioni, sia autobiografiche sia fantasiose, tra le quali emerse quella sulla distruzione di Amburgo.[2][1]
Il titolo del romanzo rispecchiò tutta la sua produzione letteraria, basata sulla tematica della fine, del crollo, con conseguenze nichilistiche.[2]
Anche l'argomento dell'amore, fondamentale nei romanzi Al più tardi in novembre (Spätestens im November, 1955, tradotto in italiano nel 1960) e Il fratello minore (Der jüngere Bruder, 1958), si coniugò con la tematica della morte.[2][1]
Il suo stile letterario, ricco di simboli e parabole fu molto distante da una narrazione realistica, inoltre gli aspetti visionari ingrandirono il tono irreale.[2]
Opere
Poesie (Gedichte, 1947);
Nekya. Rapporto di un sopravvissuto (Nekya. Bericht eines Überlebenden, 1947);
Intervista con la morte (Interview mit dem Tode, 1948);
Der Untergang (1948, racconto);
Il cavaliere marcio (Die Rotte Kain, 1950, dramma);
Al più tardi in novembre (Spätestens im November, 1955, tradotto in italiano nel 1960);
Spirale. Romanzo di una notte insonne (Spirale. Roman einer schlaflosen Nacht, 1956, traduzione in italiano nel 1962);
Il fratello minore (Der jüngere Bruder, 1958);
Dopo l'ultima rivolta (Nach dem letzten Aufstand, 1961);
^abHans Erich Nossack, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 aprile 2019.
Bibliografia
(DE) Susanne Bienwald, Hans Erich Nossack. Nachts auf der Lombardsbrücke, Amburgo, Hoffmann und Campe, 2007.
(DE) Wolfgang Michael Buhr, Hans Erich Nossack. Die Grenzsituation als Schlüssel zum Verständnis seines Werkes. Studien zur Grenzsituation und Grenzüberschreitung in Prosa, Künstlerverständnis und Biographie Hans Erich Nossacks, Francoforte sul Meno, 1994.
(DE) Günter Dammann, Hans Erich Nossack. Leben – Werk – Kontext, Würzburg, Königshausen und Neumann Verlag, 2000.
(DE) Thomas Diecks, Nossack, Hans Erich, in Neue Deutsche Biographie (NDB), XIX, Berlino, Duncker & Humblot, 1999.
(DE) Joseph Kraus, Hans E. Nossack, Monaco di Baviera, Autorenbücher 27, C.H. Beck'sche Verlagsbuchhandlung, 1981.
(DE) Christof Schmid, Monologische Kunst. Untersuchungen zum Werk von Hans Erich Nossack, Stoccarda, Kohlhammer, 1968.
(DE) Christof Schmid, Über Hans Erich Nossack, Francoforte sul Meno, Suhrkamp Verlag, 1970.
(DE) Gabriele Söhling, Das Schweigen zum Klingen bringen. Denkstruktur, Literaturbegriff und Schreibweisen bei Hans Erich Nossack, Magonza, Hase & Koehler Verlag, 1995.
(DE) Gabriele Söhling, Hans Erich Nossack, Amburgo, Ellert und Richter, 2003.
(DE) Andrew Williams, Hans Erich Nossack und das Mythische, Würzburg, Königshausen und Neumann Verlag, 2004.