Il Gruppo artiglieria da montagna "Bergamo" è stata un'unità del Regio Esercito e poi dell'Esercito Italiano; di stanza dal secondo dopoguerra a Silandro, dipendente dalla Brigata Alpina Orobica e successivamente dalla Brigata alpina "Tridentina", attivo dal 1910 e sciolto nel 2001.[1]
Nel corso del secondo conflitto mondiale l'Artiglieria da Montagna viene ribattezzata Artiglieria Alpina, a rimarcare l'appartenenza al Corpo e la simbiosi coi reparti fucilieri del medesimo, Durante la campagna sul fronte occidentale, la 31^ batterie interviene nel settore Baltea-Orco-Stura di Lanzo.
Dopo l'armistizio con la Francia, a seguito del trasferimento della Divisione alpina "Tridentina" in Trentino, il gruppo "Bergamo" si disloca dapprima in Val di Non e successivamente in Val Badia. Poi, dopo la dichiarazione di guerra alla Grecia, tra la fine del mese di ottobre ed i primi del mese di novembre 1940, il gruppo raggiunge con il resto della Divisione l'Albania.
Il 7 dicembre 1940 avviene l'azione di preparazione all'attacco del battaglione alpini "Tirano" contro l'abitato di Dushar. l'11 dicembre, la 33ª batteria agevola l'azione di riconquista del Varr i Lamit da parte della 52ª compagnia dell'Edolo.
Alla fine del giugno 1941, il "Bergamo" rientra in Italia con la Divisione alpina "Tridentina" di cui fa parte ed un anno dopo, alla fine di luglio del 1942, il gruppo parte alla volta del fronte russo.
Le sue tappe sono le stesse dei battaglioni del 5º Reggimento alpini: Don, Scheljakino, Nikitowka, Arnautowo, dove la 33ª batteria si batte con estremo valore al fianco del Battaglione alpini "Morbegno" e del Battaglione alpini "Val Chiese", Nikolajewka, dove la 31ª batteria riesce a trainare l'ultimo pezzo di artiglieria rimasto con alcuni proiettili e dove gli artiglieri da montagna, finite le munizioni, combattono fianco a fianco con gli alpini a colpi di moschetto 91 e bombe a mano, riuscendo ad aprirsi la strada verso le linee amiche. La 32ª batteria, sotto il ferreo comando del capitano Gallarotti (in seguito generale e comandante della SMALP) che non deroga in nessun momento ai ritmi e ai momenti fondamentali della vita quotidiana di un reparto (dall'alzabandiera al contrappello serale) è quella che riesce a portare fuori dalla sacca il maggior numero dei suoi obici e del personale.
Al rientro in Italia, dopo l'8 settembre 1943 in Alto Adige, il gruppo "Bergamo" cessa di esistere e si ricostituisce nella primavera del 1948 con la denominazione di Gruppo Artiglieria da Montagna "Bergamo" articolato su un Reparto Comando e le consuete 31ª, 32ª e 33ª batteria, tutte ancora armate con l'obice Škoda 7,5 cm Vz. 1915.
Secondo dopoguerra
Ricostituito a Bolzano (Caserma Minione) il 1 aprile 1948, da progressivamente vita alle batterie già del 2º rgt. a mon. e, il 1º maggio 1951, con la rinascita della Brigata alpina "Tridentina", il Gruppo "Bergamo" ne torna a far parte. Nel 1952 cambia il proprio nome in "Vicenza" e cede la 32ª batteria per il ricostituendo Gruppo artiglieria da montagna "Bergamo" che, nel gennaio 1953, si trasferisce a Merano per dar vita al 5º Reggimento artiglieria da montagna coi Gruppi "Sondrio" e "Vestone" ed un Gruppo di artiglieria contraerea leggera (perso di forza il 15 luglio 1957), inquadrato nella Brigata alpina "Orobica".
Mentre il Comando di Reggimento e il Gruppo Vestone restano a Merano il 1º luglio 1953 la 32ª batteria del Bergamo e il Gruppo Sondrio si trasferiscono a Silandro nella caserma "Druso Claudio Nerone" (risalente al 1936 e conservante alcune tracce dell'occupazione nazista dopo l'8 settembre). Il Gruppo si ricompleta a Silandro nel 1954, costituito da una Batteria Comando e Servizi e 3 batterie obici, 31^, 32^, 33^. La 33^ per qualche tempo è batteria mortai da 120 ed è alloggiata con le sue salmerie nell'altra caserma posta a Sud del paese.
Nel 1975, a seguito della ristrutturazione dell'Esercito caratterizzata dallo scioglimento dei Reggimenti, il "Vestone" viene sciolto, il "Sondrio" viene dotato di obici da 155/39 e, necessitando di nuovi spazi per gli stessi, abbandona l'ala Est della Druso trasferendosi a Vipiteno alla Caserma De Caroli (fino allo scioglimento del 1992) mentre il "Bergamo", su obici OTO-Melara da 105/14 riceve in eredità la Bandiera del 5º Reggimento Artiglieria da Montagna e diviene Corpo autonomo sempre inquadrato nella Brigata alpina "Orobica". A ricordo del Sondrio restano simboli araldici nei locali di rappresentanza comuni e del Circolo Ufficiali, e la Caserma Druso in alcune occasioni funge da accantonamento per il Sondrio impegnato in esercitazioni esterne. Viene gradualmente ridotta la componente someggiata, parte delle scuderie dismesse, l'ala Ovest, viene destinata al ricovero delle Moto Guzzi Nuovo Falcone destinate alle scorte di autocolonna e servizi di staffetta. Nei primi anni '80 il Gruppo Bergamo conserva una parte delle salmerie, unificate in una Sezione inquadrata nella Batteria Comando e Servizi e successivamente nella 32ª btr, mantenendo scuderie, mascalcia e selleria nell'ala Est. L'estate del 1991 il G.A.M. "Bergamo" viene reinquadrato nella Brigata alpina "Tridentina", il 1 agosto 1992 il 5º Reggimento Artiglieria da Montagna viene formalmente ricostituito, sempre presso la Caserma "Druso, nel 1995 trasferito a Merano alla Caserma Ugo Polonio, e definitivamente sciolto il 15 maggio 2001.[2] L'area della Caserma Druso viene acquisita dall'amministrazione locale, che assegna all'A.N.A. di Silandro la parte delle ex scuderie 32^ btr., chiuse nel 1989, con il contestuale scioglimento della sezione salmerie ed il conseguente trasferimento dei muli ai btg. alp. Tirano e Morbegno.
Comandanti
Magg. Carlo Meozzi 01.04.1948-30.05.1949 (gruppo autonomo)
Ten.Col. San Giorgio Corrado 31.05.1949-30.09.1950
Magg. Bonfatti Franco 01.11.1952-30.06.1953
Magg. De Benedetti Giuseppe 01.07.1953-28.02.1955 (inquadrato nel ricostituito 5° rgt.a.mon.)