Figlio di Giovanni di Filippo (procuratore di San Marco), e membro della nobile famiglia veneziana dei Correr, quattordicenne fu mandato a Mantova sotto la disciplina di Vittorino da Feltre.[1] Divenne ben presto abile conoscitore della lingua latina, tanto che a 18 anni compose una tragedia, Progne, lodata dal suo stesso Maestro e che l'erudito papa Pio II definì la migliore di tutte dopo quelle di Seneca.
Si trasferì a Roma presso lo zio cardinaleAntonio Correr dove, nel 1431, divenne sacerdote, per sua stessa ammissione, al solo scopo di poter dedicarsi ancora allo studio e alle lettere. Infatti, continuò a comporre carmi, satire e altre opere, mentre nello stesso 1431 venne elevato protonotario apostolico. Negli anni successivi visse sempre appresso lo zio, seguendolo a Firenze, quindi nella Serenissima. Nel 1443 fu nominato abate commendatario del monastero di San Zeno a Verona, dove ricevette la visita di un altro ex-allievo di Vittorino, Iacopo da San Cassiano.
Il 19 agosto 1464 fu eletto patriarca di Venezia. Entrò in diocesi il 31 agosto successivo ma già il 19 novembre, non ancora consacrato vescovo, morì a Verona.
Alessandro Orsoni, Cronologia storica dei vescovi olivolensi, detti dappoi castellani e successivi patriarchi di Venezia, Felice, Venezia, 1828, ISBN non esistente.