Gloria Gaynor, nata Gloria Fowles a Newark, nel New Jersey, da Daniel Fowles e Queenie Mae Proctor, crebbe soprattutto a casa di sua nonna, la quale viveva accanto a loro, a causa dei lunghissimi turni di lavoro che erano costretti a svolgere entrambi i suoi genitori per riuscire a mantenere la famiglia (composta da 6 figli) coi quei salari minimi che all'epoca erano riservati ai neri.[5][6]
Gloria era la più piccola della famiglia, nonché unica, tanto desiderata figlia femmina di Daniel e Queenie; infatti crebbe con atteggiamenti da "maschiaccio", esclusa dai giochi e dalle attività perché troppo piccola dai suoi fratelli maggiori, che cantavano gospel e non volevano una "ragazzina" nel loro gruppo, cosa che però, come lei stessa ha poi raccontato, "non ha fatto altro che rendermi più forte!".
Il penultimo figlio, Arthur, un anno e mezzo più grande di Gloria, in seguito avrebbe agito come manager dell'amata sorella per tutta la sua carriera, non abbandonandola mai. La famiglia Fowles era relativamente povera, ma Gaynor ricorderà che "la nostra casa era sempre piena di risate e felicità, e non importa quanto cibo ci fosse in tavola: se ne condivideva sempre con gli amici di tutto il vicinato!".
In seguito la famiglia si trasferì in una casa finalmente più nuova e spaziosa nel 1960, quando la Gaynor iniziò a frequentare la South Side High School, diplomandosi nel 1963.[6]
Nella sua autobiografia la Gaynor scriverà poi:
"Per tutta la mia giovane vita ho voluto cantare, nonostante nessuno in casa lo sapesse."[8]
Carriera
Gli inizi
Gloria Gaynor iniziò a cantare, su consiglio della nonna "Big Mama", nei Soul Satisfiers (una band jazz e pop degli anni sessanta), in una discoteca di Newark, per poi lasciare il gruppo e proseguire da sola la sua strada in vari locali e piani-bar, fino al 1971, quando finalmente firmò il suo primo contratto discografico, con la famosa Columbia Records.
Nel 1978, anno definito scherzosamente "Gloria's gloria year", la cantante pubblicò l'album Love Tracks, da cui fu estratto il singolo che l'avrebbe resa celebre in tutto il mondo: I Will Survive. La canzone parla di una donna, lasciata di recente, che dichiara al suo ex di non avere più bisogno di lui e che, anzi, se la caverà benissimo da sola, con le sue sole forze e tutto il valore che è consapevole di avere.
La canzone conobbe un successo strepitoso ed è tuttora considerata un sempreverde, nonché uno dei simboli della rivoluzione che ha contrassegnato gli anni '70. Al tempo divenne simbolo dell'emancipazione femminile, diventando in seguito un inno della comunità LGBT. La casa discografica aveva pubblicato il 45 giri con la canzone sul lato B, a favore della semisconosciuta Substitute, considerata "più orecchiabile" sul lato A. I DJ tuttavia capirono il potenziale della canzone e l'etichetta la reincise a lati invertiti. Il singolo raggiunse la vetta della classifica Billboard già dalla prima settimana.
Il declino della disco music segnò la carriera della Gaynor, che a poco a poco decadde, se si esclude il picco avvenuto straordinariamente nel 1983 con I Am What I Am, altro singolo elogio di libertà e celebrazione della splendida diversità di ognuno, e che rese la Gaynor ufficialmente un'icona gay.
Il ritorno al successo
A metà degli anni novanta la cantante decise di dedicarsi alla recitazione e comparve nelle fictionThe Wayans Bros., That '70s Show, e Ally McBeal prima di esordire in uno spettacolo di Broadway chiamato Smokey Joe's Cafe. Si è poi riavvicinata agli studi di registrazione e nel 2002 pubblicò un suo disco dopo oltre vent'anni: I Wish You Love.
Entrambi i singoli estratti dall'album, Just Keep Thinking About You e I Never Knew, hanno scalato le classifiche dance fino al 1º posto, confermando la leggenda della cantante, soprannominata "regina" del genere.
Il 19 settembre 2005 fu ammessa nella Dance Music Hall of Fame, sia come cantante in sé che per il singolo I Will Survive.