Giuseppe Ruggiero nasce a Calvizzano da una famiglia agiata di origine nobile.[1]
Indirizzato dalla famiglia verso un percorso di Giurisprudenza, preferisce tuttavia cimentarsi nelle corse automobilistiche, passione che in Italia ai tempi si stava diffondendo sempre più; dedicandosi anche agli studi di meccanica per poter lavorare sulle sue vetture.[2][3]
Dopo la Seconda Guerra mondiale, con il ritorno delle corse prese definitivamente a gareggiare: era l'epoca in cui nacquero i primi circuiti automobilistici, ma anche in cui molte gare si disputavano su percorsi cittadini.
La prima corsa del dopoguerra a cui partecipò, con una Alfa Romeo 8C 2300, fu la Coppa Felice ScandonePosillipo-Coroglio del 1946, in cui si piazzò primo in classifica assoluta.
Con la vettura Alfa Romeo gareggiò anche alla Cetara-Capo d'Orso e alla Sorrento-Sant'Agata dei Goti del 1947, piazzandosi sempre primo in posizione assoluta e quindi mostrandosi campione imbattibile nei circuiti automobilistici cittadini. Era riconosciuto per i suoi stacchi di frizione molto netti, con cui dava molto spettacolo e che gli sono valsi il suo soprannome.
Sempre nel 1947, con la scuderia "Partenope - ACI Napoli", partecipò alla Coppa TARAS a Mottola, piazzandosi sempre sul podio al terzo posto. Con la stessa scuderia, parteciperà alla Catania-Etna del 1956, e alla Coppa Selva-Fasano nel 1955 (con un'Alfa Romeo 8C 2000) e nel 1956 (con la sua Maserati), piazzandosi quinto.
Nel 1948, partecipa al II Gran Premio di Bari con una Stanguellini 1100, piazzandosi quinto, dopo Tazio Nuvolari (arrivato quarto) e Achille Varzi (terzo).[5] Con la stessa auto partecipa anche al Circuito di Pescara, piazzandosi undicesimo.[6]
Partecipa al V Circuito delle Cascine di Firenze e al X Gran Premio di Roma, tuttavia non piazzandosi in classifica per non aver terminato la gara (arrivando 14esimo).[7] Al circuito di Firenze si piazza dopo Luigi Villoresi.[8]
Nel 1948, acquista una Maserati A6 GCS 2000, e con questa automobile partecipa, fino al 1960, a ben dodici Gran Premi di Napoli, con risultati che vanno dal secondo posto in tempo assoluto al dodicesimo posto in arrivo.[3]
Nel 1950, partecipa alla IV Coppa Selva-Fasano, arrivando primo in classifica assoluta.[9] Nello stesso anno, parteciperà alla Amalfi-Ravello e alla Vermicino-Rocca di Papa, e nel 1951 al III Giro di Calabria, posizionandosi quinto sempre con la sua Maserati.[10]
Si ritirerà negli anni 70'. Muore nel 1981, lasciando la figlia e la moglie (divenuta poetessa locale).
Nonostante la fama ottenuta tra gli anni 40' e gli anni 70', nel suo paese natale non vi è traccia di elementi commemorativi alla sua figura.
La collaborazione con Maria Teresa De Filippis
Ruggiero non gareggiò solo in gare singole, ma anche in coppia con un altro pilota: Maria Teresa De Filippis, la prima pilota di Formula 1 d'Italia.
Peppe 'a frizione strinse una forte amicizia e collaborazione con la marchesa De Filippis, che si tramutò in una serie di vittorie e arrivi al podio nel 1949: grazie alla Taraschi Urania 750 della De Filippis, arrivarono primi in categoria alla III Stella Alpina, e secondi di categoria alla Coppa della Toscana, alla III Coppa Selva-Fasano e alla Salerno-Cava de' Tirreni.[3]
Hanno partecipato anche alla XXXIII Coppa Florio, con una Fiat Camen (la carrozzeria di una 500 Topolino con un Bimotore accoppiato), ma hanno dovuto ritirarsi causa incidente.[11]
^ Maurizio Addati, Grand Prix Napoli, Adriana Di Lorenzo, 1989.
^abc Massimo Nobile, Sergio Troise, La collina degli audaci.Storia del circuito di Posillipo e del Gran Premio di Napoli dalla Maserati di Tazio Nuvolari ai trionfi della Ferrari., Asi Service, 2014.
^Secondo l'ACI Bari, questa vittoria gli è stata contestata per iscrizione irregolare alla gara. Non si trovano ulteriori riscontri riguardanti una eventuale squalifica.
Albo d'Oro della Fasano-Selva - ACI Bari
Massimo Nobile, Sergio Troise, La collina degli audaci.Storia del circuito di Posillipo e del Gran Premio di Napoli dalla Maserati di Tazio Nuvolari ai trionfi della Ferrari., Asi Service, 2014.
Maurizio Addati, Grand Prix Napoli, Adriana Di Lorenzo, 1989.