Nato in una famiglia di artigiani, mostra precocemente una predilezione particolare per il disegno e la pittura. Si arruola come aviere di leva a 19 anni e partecipa al secondo conflitto mondiale, combattendo in territorio albanese. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si unisce ai partigiani delle Brigate Garibaldi impegnati in Jugoslavia contro gli eserciti dell’Asse[1]. Tornerà in Italia nel marzo 1945: sbarcato a Taranto, rientra a Orvieto con mezzi di fortuna, percorrendo lunghi tratti a piedi. Dal maggio 1946 è in congedo illimitato.
In questi stessi anni, studia l’opera dell’incisore, tipografo e stampatore parmense Giambattista Bodoni, perfezionandosi nel disegno manuale di lettere e caratteri. Approfondisce il linguaggio della comunicazione grafica e artistica nei suoi diversi aspetti, specializzandosi nell’ideazione di marchi e di allestimenti per esposizioni, nei diversi procedimenti per la stampa, nella fotografia. Contemporaneamente, partecipa alla progettazione e alla realizzazione dei materiali di propaganda del Partito comunista italiano e di altre organizzazioni della sinistra milanese.
Nel 1954 riceve l’incarico di art director presso Editori riuniti. Realizza i loghi della giovanissima casa editrice e concepisce la veste grafica di gran parte del suo catalogo, firmando molte delle copertine dei volumi editi. Per alcune edizioni, cura in prima persona la ricerca fotografica e iconografica. Per la parte illustrativa, si avvale della collaborazione di affermati artisti stranieri e italiani (tra gli altri, Renzo Vespignani, Corrado Cagli, Renato Guttuso, Ugo Attardi, Ennio Calabria e Piero Guccione)[1].
Nei primissimi anni Sessanta collabora con Steiner al restyling grafico della rivista Rinascita, di cui cura personalmente l’impaginazione fino al 1964, quindi firma il nuovo layout del settimanale della CgilRassegna sindacale[1].
Curatore di cataloghi, libri, cartelle di opere grafiche per alcune gallerie d’arte romane, nel 1967 inaugura a Orvieto, insieme al fratello Giulio, la galleria d’arte contemporanea Maitani[1], con l’obiettivo di stimolare la vita culturale del territorio e promuovere le creazioni di artisti contemporanei umbri, nazionali e internazionali.
Nel 1971 vince al Premio Viareggio il riconoscimento “Copertina” per la sua attività di grafico editoriale. Nello stesso anno è chiamato a organizzare con Rafael Alberti e José Ortega la mostra d’arte Amnistia. Que trata de Spagna, voluta da Cgil-Cisl-Uil a sostegno dei lavoratori spagnoli che stanno lottando per l’amnistia ai prigionieri politici e sindacali rinchiusi nelle carceri franchiste. La mostra – composta dalle opere donate dai più grandi artisti spagnoli (tra questi, Pablo Picasso, Joan Mirò, Antoni Tàpies), da personalità italiane e francesi – viene allestita a Milano, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, e inaugurata il 2 febbraio 1972, con catalogo e manifesto curati dallo stesso Montanucci[5].
Nel 1977 rende omaggio ad Albe Steiner, scomparso nel 1974, con una mostra a lui dedicata, progettata insieme a Lica, moglie del maestro milanese.
Negli anni Ottanta e Novanta continua a collaborare con case editrici specializzate e a curare gli allestimenti di grandi esposizioni a Roma e in Italia: tra le altre, si ricordino la mostra antologica dedicata allo scultore Emilio Greco, allestita a Castel Sant’Angelo nell'estate del 1983[6], e quella su Corrado Cagli dell'estate successiva[7].
^ Luigi Martini (a cura di), Arte in lotta. Pittori e scultori del ’900 nella raccolta della Cgil, Roma, Ediesse, 1996, pp. 95-96.
^Emilio Greco. Roma, Castel Sant'Angelo, 15 giugno - 10 settembre 1983, catalogo a cura di Giuseppe Montanucci, Roma, 1983.
^Cagli, dal primordio all'archetipo. Dipinti, sculture, disegni anni 20/70. Roma, Castel Sant'Angelo, introduzione di Enrico Crispolti, catalogo a cura di Massimo Bignardi, impostazione grafica di Giuseppe Montanucci, Roma, 1984.