Giuseppe Buzzanca, detto anche Peppino (Barcellona Pozzo di Gotto, 2 gennaio 1954), è un politico italiano.
Biografia
Medico nutrizionista, è stato consigliere comunale nella sua città natale, Barcellona Pozzo di Gotto per il MSI.
È stato eletto Presidente della Provincia di Messina nel 1994 alle prime elezioni dirette, con una coalizione di centro-destra. Riconfermato nel 1998 fino al 2003.
È stato eletto Sindaco di Messina nel maggio 2003, battendo alle elezioni il candidato dell'Ulivo Antonio Saitta con il 54% delle preferenze (circa 77.000 voti). È decaduto dalla carica nel novembre successivo[1] per una condanna per il reato di peculato d'uso[2].
Negli anni 2000 è stato coordinatore provinciale di Alleanza Nazionale.
Alle elezioni regionali in Sicilia del 2008 è stato eletto deputato all'Assemblea regionale siciliana nella lista del Popolo della Libertà dove ha avuto 18.469 preferenze[3].
È stato rieletto Sindaco di Messina alle elezioni comunali del 15 e 16 giugno 2008, sostenuto dal Popolo della Libertà, sconfiggendo il Sindaco uscente Francantonio Genovese (anch'egli già decaduto per irregolarità della competizione elettorale[4]), candidato del Partito Democratico. In quell'occasione ha ottenuto il 51% delle preferenze alla prima tornata elettorale e 14 punti di scarto sul suo rivale[5]. Nel giugno 2012 decade da deputato regionale, non avendo optato per nessuna delle due cariche[6].
Si è dimesso poi dalla carica di Sindaco il 31 agosto 2012, ultimo giorno utile per la presentazione della sua ricandidatura alle elezioni regionali del 28 ottobre 2012[7], I 7.776 voti di preferenza ottenuti nella lista del PdL non sono stati sufficienti per essere riconfermato all'Assemblea regionale siciliana.[8]
Procedimenti giudiziari
Condannato in via definitiva per il reato di peculato d'uso[9][10]; fatti contestatigli all'epoca in cui era presidente della provincia e avvenuti nel 1995 (andò in vacanza con l'auto blu). Per questo è decaduto nel novembre 2003 dalla carica di sindaco, appena sei mesi dalla sua elezione. Tuttavia la condanna fu successivamente estinta.
È risultato indagato per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni gravi colpose oltre ai danni provocati per l'alluvione avvenuta nella città peloritana nel 2009[11]. Processato, è stato condannato in primo grado nell'aprile 2016 a sei anni di reclusione [12]. Nel luglio 2017 la Corte d'appello di Messina emette una sentenza di assoluzione nel processo d'appello per l'alluvione di Giampilieri perché "il fatto non sussiste".
Nel febbraio 2016 è stato rinviato a giudizio, insieme ai suoi ex assessori, per falso nel bilancio comunale, e prosciolto per l'accusa di abuso d'ufficio [13].
Note
Collegamenti esterni