Il potere esecutivo in Cile attraverso il colpo di stato dell'11 settembre 1973, in primo luogo, venne acquisito dalla Giunta militare (Junta militar de gobierno). Dal giugno 1974 al marzo 1990 essa detenne solo il potere legislativo, cedendo quello esecutivo alla Giunta di governo Pinochet.
Storia
La Giunta ha rappresentato il "comando supremo della Nazione".
Il 12 settembre la giunta fu integrata da alcuni militari che furono designati ai vari dicasteri tra cui Patricio Carvajal (difesa), Ismael Huerta Díaz (esteri), Sergio Figueroa Gutiérrez (Opere pubbliche), Lorenzo Gotuzzo (finanze), Roberto Kelly (Pianificazione), Pedro Ewing Hodar (Segretario generale).
Primo civile fu l'11 ottobre l'economista Fernando Léniz (Economia e bilancio).
Ceduto il potere esecutivo, ha esercitato funzioni solo costituenti e legislative.
Nel 1975 fu emanato lo statuto della giunta, e furono istituite le commissioni legislative per materia.
Dopo l'approvazione della costituzione cilena del 1980, nel 1981 il generale Pinochet cessò di far parte dell'organismo perché incompatibile con la carica di presidente della Repubblica e presidente della giunta divenne l'ammiraglio José Toribio Merino. Per l'esercito entrarono così in giunta i facenti funzioni César Benavides (1981-1985), Julio Canessa Roberts (1985-1986), Humberto Gordon (1986-1988), Santiago Sinclair (1988-1989) e Jorge Lucar Figueroa (1989-1990). Sempre nel 1981 furono costituite quattro commissioni legislative, una per ciascuna forza armata, ciascuna con specifiche competenze.
Sotto la presidenza Toribio furono emanati 3.660 Decreti legge e 1.090 Leggi.