Venne rapita il 4 febbraio 2005 dalla Organizzazione del Jihād islamico mentre si trovava a Baghdad, in Iraq, per realizzare una serie di reportage per il suo giornale.
La sua liberazione era stata invocata in più appelli video trasmessi dal Capo dello StatoCarlo Azeglio Ciampi che le aveva conferito nel 2003 il titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana per la sua attività di giornalista e scrittrice.
È stata liberata dai servizi segreti italiani il 4 marzo, in circostanze drammatiche che hanno portato al suo ferimento e all'uccisione, ad opera di soldati statunitensi, di Nicola Calipari, dirigente dei servizi di sicurezza italiani (SISMI), che dopo una lunga ed efficace trattativa la stavano portando in salvo. Secondo varie fonti, la liberazione è avvenuta a fronte del pagamento di un riscatto di oltre 5.000.000 €.[1]
Le fasi del rapimento
Secondo quanto riportato dai media radio-televisivi e della carta stampata, nonché da numerose fonti di informazione online, il suo rapimento a opera di un commando armato - in pieno giorno, il 4 febbraio - è avvenuto mentre si trovava a bordo di un'auto nella zona universitaria di Baghdad per recarsi nella vicina Moschea di al-Mustafa ad effettuare alcune interviste ai profughi di Falluja.
Nel medesimo quartiere erano stati rapiti il 5 gennaio precedente la giornalista francese di LibérationFlorence Aubenas e il suo autista.
7 febbraio
Dalla rivendicazione del sequestro via web da parte della Organizzazione del jihād islamico fino alla sua drammatica liberazione è stato tutto un succedersi di eventi: dapprima l'ultimatum di settantadue ore indirizzato al governo italiano affinché venissero ritirate le truppe dall'Iraq; quindi, la sera del 7 febbraio l'annuncio - sempre via internet e sempre da parte dell'organizzazione terroristica - di una prossima liberazione della cronista, annuncio poi rivelatosi infondato.
È in questa circostanza che il gruppo terroristico che fa capo ad Abu Musab al-Zarqawi smentisce ogni coinvolgimento nel fatto; una pressione per la liberazione di Sgrena viene anche dal Consiglio degli Ulema sunniti.
Appelli vengono diffusi attraverso le emittenti satellitari arabe Al-Jazeera e Al-Arabiya da parte dei colleghi de il manifesto, di esponenti della Lega Araba e anche del governo francese. Contestualmente, a poco più di una settimana dal rapimento, inizia un incessante susseguirsi di messaggi tesi a infondere ottimismo circa le sorti della cronista, tutti peraltro giudicati privi di fondamento dal Ministero degli Affari Esteri italiano.
10 febbraio
L'"Organizzazione del Jihād islamico" reitera il suo ultimatum al governo italiano intimando di ritirare entro quarantott'ore le truppe dall'Iraq.
16 febbraio
Giuliana Sgrena appare - su uno scarno fondale con la sola scritta Mujahiddin senza confini - in un video fatto pervenire alla redazione della Associated Press di Baghdad. In un drammatico messaggio invoca il ritiro del contingente italiano e ammonisce affinché nessuno - neppure della stampa - si rechi in Iraq; chiede inoltre al suo compagno Pierluigi Scolari di mostrare le foto scattate ai bambini colpiti dalle bombe a grappolo sganciate dalle forze statunitensi.
19 febbraio
Si svolge a Roma una manifestazione cui partecipano cinquecentomila persone, presenti i leader dell'opposizione di centro sinistra mentre sono assenti esponenti del governo. Al-Jazeera e Al-Arabiya trasmettono - in lingua araba - il video che raccoglie le foto di Giuliana Sgrena scattate ai bambini iracheni colpiti dalle bombe a grappolo statunitensi.
21 febbraio
Gli inviati stampa italiani lasciano la capitale irachena - ritenuta ormai zona ad alto rischio - su sollecitazione dei servizi segreti.
24 febbraio
Riaffiora - ad opera di una televisione satellitare irachena, Al-Sharqia - la voce di una prossima liberazione di Sgrena.
4 marzo
Dopo una settimana in cui ottimismo e scoraggiamento si alternano senza soluzione di continuità, Giuliana Sgrena viene liberata grazie alla mediazione dei servizi segreti militari italiani.
Durante il trasferimento all'aeroporto di Baghdad, mentre sulla capitale irachena imperversa un violento temporale e dopo aver attraversato parecchi check-point, l'auto sulla quale viaggia la giornalista de Il manifesto viene illuminata da un potente faro ed immediatamente investita da una pioggia di colpi (prime voci riportano 300-400 colpi) sparati da parte dei soldati statunitensi.
Uno dei funzionari del SISMI a bordo dell'auto, Nicola Calipari, rimane ucciso sul colpo, raggiunto da un proiettile alla testa nel tentativo di proteggere la giornalista (secondo la ricostruzione della stessa), che, insieme a un altro agente che guidava l'auto, rimane ferita ad una spalla. Le prime notizie giunte ai giornali parlano di altri due agenti feriti a bordo dell'auto (tra cui uno in maniera grave).
Giorni successivi
Nei giorni successivi, però, viene smentita la presenza di un quarto uomo ferito gravemente: sull'auto, Sgrena e Calipari viaggiavano accompagnati solo dall'autista, il maggiore dei Carabinieri Andrea Carpani, anch'egli funzionario del SISMI.
La ricostruzione statunitense sostiene che l'auto non si era fermata al posto di blocco procedendo ad alta velocità. Quella italiana la nega pressoché in toto, corroborata da fonti del governo italiano e dei servizi segreti e dalla stessa Sgrena, la quale aggiunge che non si trattava di un posto di blocco.
Impegno politico
È stata candidata per le elezioni europee del 2009 con Sinistra e Libertà, ma non eletta, e nel Congresso fondativo del partito a dicembre dello stesso anno è stata inserita nel coordinamento nazionale del nascente Sinistra Ecologia Libertà, di cui negli anni seguenti fa parte dell'Assemblea nazionale.
Manifesto per la verità. Donne, guerre, migranti e altre notizie manipolate, Milano, il Saggiatore, 2019, ISBN978-88-428-2607-1.
Donne ingannate. Il velo come religione, identità e libertà, Milano, il Saggiatore, 2022, ISBN978-88-428-3114-3.
Curatrice
Giuliana Sgrena et al. (a cura di), Introduzione allo studio del pensiero di Mao. Breve corso della Commissione culturale del Movimento lavoratori per il socialismo, Milano, Edizioni di cultura popolare, 1977.
Giuliana Sgrena (a cura di), La schiavitù del velo. Voci di donne contro l'integralismo islamico, Roma, Manifestolibri, 1995; 1999, ISBN88-7285-177-7.
(EN) Friendly Fire di Emanuele Piano e Fulvio Benelli. Inchiesta sull'uccisione di Nicola Calipari e la liberazione di Giuliana Sgrena trasmessa dal programma People & Power di Al Jazeera English, 29 giugno 2008.