Colto umanista, fu discepolo di Antonio Riccoboni e di Francesco Piccolomini. Oltre a varie opere letterarie (tra le quali una notevole parafrasi del De rerum natura di Lucrezio), Frachetta è autore di alcune opere politiche, concepite e scritte secondo gli schemi cari ai teorici della Ragion di Stato dell'età della Controriforma: Il Prencipe (Venezia 1597 e successive edizioni); L'idea del libro de' governi di stato e di guerra (Venezia 1592); Della Ragione di stato (Urbino 1623). Nelle opere di Frachetta la scienza politica viene diluita in precettistica, in "consigli" pratici e minuti di prudenza politica rivolti ai capi di governo. Frachetta si interessa anche a problemi economici e finanziari, suggerendo alcuni criteri di prassi finanziaria e mettendo in spiccato rilievo gli effetti di nuovi tributi nell'ordine sociale e nella quiete del paese. Il ruolo di scrittori come Frachetta fu essenziale per concepire una definizione conservatrice dalla Ragion di Stato incentrata sulla prudenza e guidata dai principi etici e dal sommo bene.[2] A parte la sua importante produzione politica, vanno menzionate alcune opere letterarie: Dialogo del furore poetico (Padova, 1581); La Spositione sopra la canzone di Guido Cavalcanti: Donna mi prega (Venezia, 1585); Breve spositione di tutta l'opera di Lucretio (Venezia, 1589).
(EN) Catalogo della Pinacoteca dell'Accademia dei Concordi di Rovigo, Neri Pozza Editore, 1985, ISBN non esistente.
Ulisse Gobbi, L'economia politica negli scrittori italiani del sec. XVI-XVII, Milano 1889;
Benedetto Croce, Storia dell'età barocca in Italia, Bari 1929;
Artemio Baldini, Le guerre di religione francesi nella trattatistica italiana della ragion di Stato: Botero e Frachetta, in Il Pensiero politico, XXII, 1989.
Giorgio Forni, Utile politico o diletto conoscitivo? Il “Dialogo del furore poetico” di Girolamo Frachetta, in Lettere italiane, vol. 60, n. 4, 2008, pp. 572-580, JSTOR26267244.