Giovanni Dalmata, o anche Giovanni di Traù, nome italianizzato di Ioannes Stephani Duknovich de Tragurio (Mandoler, ca. 1440 – Traù, 1515), è stato uno scultoredalmata che svolse la maggior parte della sua attività a Roma, in Ungheria e in Dalmazia, lasciando però alcune opere anche ad Ancona e Norcia.
Fu, con Mino da Fiesole e Andrea Bregno, tra i più importanti scultori attivi a Roma nella seconda metà del XV secolo.
Tra i lavori eseguiti a Roma è però da ricordare soprattutto il suo capolavoro: l'imponente monumento funebre di Papa Paolo II, ricco di decine di statue e bassorilievi, già nella Basilica di San Pietro costantiniana ed ora ricostruito negli Ottagoni sovrastanti il transetto della Basilica attuale con lungo e paziente lavoro da Giuseppe Zander (attualmente - 2011 - visitabile solo su richiesta scritta alle competenti autorità vaticane). Per la realizzazione di questo monumento collaborò con Mino da Fiesole; suoi sono i bassorilievi raffiguranti il Pontefice giacente, la Speranza, l'Eterno in gloria, gli angeli che reggono un'epigrafe, la Creazione di Eva, il Peccato originale, la resurrezione di Cristo, San Marco e San Matteo.
Prima di 1469 lavorò al Tempietto di San Giacomo a Vicovaro. Subito dopo, verso il 1469, realizzò alcune sculture (Madonna, santi Apostoli, Angeli) per la chiesa di san Giovanni a Norcia, oggi trasferite nel locale museo diocesano a La Castellina.
Verso il 1488–1490, Giovanni Dalmata andò alla corte del re Mattia Corvino d'Ungheria a Buda, dove rimase qualche anno completando numerosi lavori che però non sono giunti fino ai nostri giorni a causa delle vicende belliche ungheresi.
Nel 1503 circa, tornò a Roma, per lavorare alla tomba del protonotario apostolico Lomellino. Nel 1509 fu ad Ancona, dove eseguì il monumento sepolcrale del Beato Girolamo Ginelli nel Duomo. Alcuni documenti del 1513 e 1514 menzionano un "Magistro Joanni lapicida" a Traù dove probabilmente morì poco dopo.
Recentemente, un'opera ritrovata da poco di Giovanni Dalmata (Vergine con il Bambino) è stata venduta ad un'asta londinese per 250.000 sterline al museo civico di Traù, che possiede ora sei sue opere.
Note
^[1] Documento dell'Unesco con breve biografia di Giovanni Dalmata. Il riferimento a Mandoler è a pag.7