Dopo un'infanzia "difficile", in quanto orfano sia di padre dalla nascita che di madre a dieci anni, caratterizzata da lavori diversi (calzolaio e sarto) e spostamenti vari (Bagnone, Pontremoli, Lucca, Borgo a Mozzano, Pisa), decise di intraprendere la carriera di speziale[1], aprendo nel 1428 una bottega nel luogo natio.
L'avviamento della sua attività fu lento e complesso, reso tale dalla concorrenza, dalla malattia, da un arresto, ma ciò non gli impedì di formarsi una famiglia e, tra gli anni trenta e quaranta, di consolidare una posizione, sebbene successive alterne vicende lo costrinsero più volte ad allontanarsi da (e a far rientro a) Bagnone[2].
È stato anche autore di una Cronaca, anch'essa pubblicata postuma secoli dopo (1874)[5], in cui riprende argomenti dell'autobiografia, intercalandoli con fatti e vicende registratisi a Bagnone, prestando particolare attenzione ai suoi ceti e a inusuali avvenimenti a carattere atmosferico[2].
Morto nel 1470 è sepolto nell'Oratorio del Castello Malaspina di Bagnone. La sua lapide sepolcrale, un tempo posta sul pavimento, è esposta sul muro a sinistra per chi entra nella Chiesa.