Trasferitosi da giovane a Roma, visse negli ultimi anni del XVI secolo a Rieti, dove ha lasciato diverse opere.[1]
In seguito tornò a vivere nella sua città natale, dove tra il 1617 e il 1619 dipinse il suo capolavoro, che adorna il soffitto e l'Oratorio del Nome di Dio.[2] Realizzò molti altri dipinti in altre chiese e conventi, come nella chiesa pesarese di sant'Andrea, la pieve di Santo Stefano a Candelara, quella di san Gimignano a Sant'Angelo in Vado, nella chiesa di Santa Veneranda a Pesaro, nella pieve di Apecchio[1] e nella chiesa di San Pietro in Valle a Fano.
Il suo stile segue il manierismo emiliano, caratterizzato dallo sfumato dei colori e da corpi umani ben arrotondati. Tra i suoi allievi troviamo Simone Cantarini[3] e Domenico Peruzzini.[4]
Note
^ab Stefano De Mieri, PANDOLFI, Giovan Giacomo, su Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80 (2014). URL consultato il 17 dicembre 2024 (archiviato il 7 marzo 2016).