Ebbe la prima educazione artistica alla scuola pittorica di Biagio Martini. Tra i suoi primi lavori gli affreschi La morte di Ettore e La fuga delle vestali, realizzati nella casa dello zio Pietro Borghesi. Intorno al 1815 dipinge nel Palazzo Ducale di Colorno un Omero che spiega l'Iliade (andato poi distrutto) e decorazioni in varie stanze. Nella chiesa di Santa Margherita a Colorno dipinge la Madonna col Bambino e i Santi.
Dopo aver realizzato alcuni dipinti in varie chiese di Parma, tra cui un Sant'Antonio Abate nella chiesa di Sant'Uldarico, nel 1822 dipinge una grande pala ovale con la Santissima Trinità nell'oratorio della Trinità dei Rossi, che fu molto apprezzata e gli valse un sussidio ducale con il quale partì per Roma nel 1823. Restò a Roma due anni e dipinse alcune scenografie per il Teatro Argentina. Sulla via del ritorno a Parma si fermò a Perugia e a Firenze, dove eseguì vari quadri tra cui Ritratto della Fornarina e Ritratto di Galileo, ispirati ad analoghe opere di Raffaello e Sustermans.