Il giardino Saussurea si estende per 7000 m² sul Pavillon du Mont Fréty, una sella naturale tra il ghiacciaio e la morena del Mont Fréty e quelli dell'Aiguille de Toula, dal lato sud del massiccio del Monte Bianco, nel territorio di Courmayeur; la sella morenica del Pavillon du Mont Fréty è in parte ricoperta da una paleofrana di sassi granitici.
È raggiungibile con la Funivia dei Ghiacciai[2], oppure a piedi con il sentiero nº 20 da La Palud (Courmayeur) al rifugio Pavillon (2h00'-2h30'). Nei pressi è possibile visitare l'oasi naturalistica del Pavillon du Mont Fréty.
Il giardino, in cui sono ospitate 900 specie, si presenta come una scenografia che raccoglie i principali ambienti valdostani, e in questo senso promuove la valorizzazione del patrimonio botanico locale, unendola alla fruizione da parte del pubblico[3]. In una prima parte del Giardino, le roccere ospitano le specie botaniche secondo la logica della provenienza geografica; nel settore più interno ci sono invece le ricostruzioni degli ambienti montani.
Il giardino botanico è stato fondato nel 1984 dalla Fondazione Donzelli, Gilberti e Ferretti, dedicata alla protezione e allo studio della flora del Monte Bianco, con il sostegno della regione autonoma Valle d'Aosta e del Corpo forestale dello Stato, ma venne inaugurato solo tre anni più tardi. Con il passare del tempo l'aspetto di studio e di tutela delle specie ha preso il sopravvento sull'aspetto turistico. Dal 1987 è attivo anche il progetto “Espace Mont Blanc”, progetto che cerca di creare le condizioni per la nascita di un futuro parco internazionale.
Oggi il giardino alpino Saussurea è gestito dalla Fondazione Saussurea, un tempo nominata Fondazione Donzelli, Gilberti e Ferretti, dai nomi del suo promotore, il Conte Giovanni Battista Gilberti, e del suo fondatore, Laurent Ferretti[7].
^Il giardino si trova alla prima stazione della funivia del Monte Bianco.
^Peter Davis, Problemi attuali II. Giardini botanici, in Musei e ambiente naturale. Il ruolo dei musei di storia naturale nella conservazione della biodiversità, Bologna, Clueb, 2001, pp. 289-299.