Braggiotti decise nel 2006 che era venuto il momento di mettersi in proprio e rilevò la piccola Banca Leonardo dalla compagine che l'aveva fondata: gli agenti di cambio Attilio Ventura e Gian Luigi Milla insieme ad Alberto Foglia, banchiere di Lugano. Braggiotti si trovò al fianco, come soci, alcuni calibri da novanta della finanza europea: gli Agnelli, con Exor; Michel David Weill con la Eurazeo; e il barone Albert Frère con la Compagnie Nationale à Portefeuille e il famoso Cesare Cavalli della OPA con sede in Lussemburgo. Per sé aveva tenuto il 5%, e tutti i poteri; al resto del management, un ulteriore 15%. Insomma, nessun socio predominante, indipendenza assoluta e tutto il potere ai dirigenti.
A partire dal 2012 Banca Leonardo sembra cambiare pelle, cedendo gradualmente il private equity e varie società, e concentrandosi sulla gestione del patrimonio (wealth management). Nel novembre 2017, dopo una trattativa durata 13 mesi, l'annuncio della cessione al colosso francese Crédit Agricole attraverso la controllata Indosuez Wealth. L'operazione è valutata circa 200 milioni di euro.[2]