George Jean Nathan nacque a Fort Wayne il 4 febbraio 1882, con origini paterne francesi e materne tedesche.[1][2]
È cresciuto a Cleveland, in Ohio, dove si è diplomato al liceo cittadino.[1]
Due degli zii materni di Nathan influenzarono la scelta di intraprendere la carriera di critico teatrale. Uno, Charles Frederic Nirdlinger è stato un drammaturgo e critico teatrale e sostenne l'esordio di Nathan nel giornalismo; invece l'altro, Samuel Nixon-Nirdlinger era un importante dirigente teatrale che garantiva biglietti gratuiti per la famiglia di Nathan.[1]
A partire dal 1906, si occupò della critica teatrale per numerose riviste e giornali, ma il suo nome è particolarmente legato al The Smart Set, di cui è stato co-editore (1914-1923) con Henry Louis Mencken, e con l'americano Mercury, che, sempre con Mencken, ha fondato nel 1924.[3][4]
Nathan strinse una profonda e duratura amicizia con Eugene O'Neill, con Sean O'Casey e fu molto apprezzato da George Bernard Shaw.[1]
Su di O'Neill scrisse nel 1932: «O'Neill da solo e con una sola mano guadava le lugubre paludi del dramma americano, squallido, schiacciante, melmoso e appiccicoso, e da solo e con una sola mano porta fuori da loro la ninfea che nessun americano ha trovato lì prima di lui».[1]
Nathan esigeva un nuovo e più serio teatro americano, che sviluppasse delle idee e della creatività artistica piuttosto che seguire il fascino del botteghino.[1]
Nathan disse che scelse il teatro come attività di lavoro perché era un luogo per «l'esercizio intelligente delle emozioni».[1]
Nathan pubblicò annualmente il suo libro dedicato al teatro dell'anno, Teatro dell'anno (Theatre of the Year) dal 1943 al 1951, comprendente recensioni e saggi sulla natura del dramma, della commedia o della tragedia,[4] oltre a scrivere più di trenta volumi di saggi brillanti sui temi teatrali e di altro genere,[3]tra i quali si possono menzionare La critica e il dramma (The Critic and the Drama, 1922), in cui ha spiegato alcuni principi che guidavano le sue critiche; L'autobiografia di un atteggiamento (The Autobiography of an Attitude, 1925) e I taccuini intimi di George Jean Nathan (The Intimate Notebooks di George Jean Nathan, 1932), che rivelano intuizioni critiche; Il teatro, il dramma, le donne (The Theatre, The Drama, The Girls,1921), probabilmente il suo capolavoro.[1]
I suoi scritti risultarono una chiara testimonianza della progressiva sprovincializzazione del gusto del pubblico teatrale statunitense.[4]
Giovanni Antonucci, Storia della critica teatrale, Roma, Studium, 1990.
(EN) Martin Banham, The Cambridge Guide to Theatre, Cambridge, Cambridge University Press., 1998.
Daniela De Adamich e Gualberto Ranieri (a cura di), Il mestiere del critico. Situazione e funzione della critica teatrale, atti di un convegno veneziano del 28-30 settembre 1969, Roma, Bulzoni, 1971.
(FR) Maurice Descotes, Le public de théâtre et son histoire, Paris, PUF, 1964.
(EN) James Fisher e Felicia Hardison Londré, Historical Dictionary of American Theater: Modernism, Rowman & Littlefield, 2017.
Francesca Malara, Una professione inedita: il critico teatrale, in Storia del teatro moderno e contemporaneo, II, Torino, Einaudi, 2000.
(DE) Gunther Nickel, Beiträge zur Geschichte der Theaterkritik, Tubinga, 2007.
Andrea Porcheddu e Roberta Ferraresi, Questo fantasma. Il critico a teatro, Corazzano, Titivillus, 2009.