Gazar Gah, noto anche come santuario di Khwaja 'Abd Allah Ansari, è un complesso funebre (hazira) ad Herat, in Afghanistan, che ospita la tomba del mistico sufi e santo Khwajah Abdullah Ansari, noto anche come il guardiano pir (uomo saggio) di Herat.
Storia
Dopo la sua morte nel 1098, la sua tomba divenne un importante centro di pellegrinaggio sunnita. La ricostruzione del santuario fu commissionata dal sovrano timuride Shah Rukh nel 1425-27.[1]
Il santuario è stato costruito in tipico stile timuride. Ci sono stati diversi lavori di ristrutturazione, ma durante l'invasione sovietica è caduto in cattive condizioni e da allora si è deteriorato. L'Aga Khan Trust for Culture ha sostenuto le riparazioni al santuario negli ultimi anni, sotto il suo programma Città storiche.[2]
Descrizione
La pianta del santuario ha 4 iwan. Uno di questi, quello orientale, è il fulcro architettonico principale di tutto il complesso. La sua baia poligonale è forata con tre aperture, mentre i suoi lati sono decorati con mosaici in maiolica che raffigurano disegni molto insoliti.[3]
Le superfici delle pareti esterne sono ruvide, spesso irregolari, mentre gli interni sono ricchi di materiali decorativi.[3]
Descrizione di Robert Byron
Nel 1934 Robert Byron visitò questo monumento lasciando una dettagliata descrizione anche in merito alla sua storia:
«A Gazor Gah vanno tutti: ci è andato Babur, e anche Humayun. Shah Abbas ha perfezionato l'approvvigionamento idrico. Ancora oggi è la meta preferita degli abitanti di Herat, di cui sono massimamente orgogliosi con i forestieri. Vi sono tre recinti. Il primo è occupato da una pineta di pini mediterranei e da una costruzione di due piani a dieci lati, per i gruppi che vogliono fare il picnic. Il secondo è circondato da edifici irregolari e ha al centro una vasca, a cui fanno ombra alberi di gelso e cespugli di rose. Il terzo è di forma rettangolare ed è interamente occupato dalle tombe, fra cui quella dell'emiro Dost Mohammad. In fondo al recinto sorge un arco di notevole altezza, fiancheggiato da pareti di venticinque metri circa, propriamente un iwan, decorato all'interno da mosaici che rivelano l'influenza cinese. Sotto un antico leccio davanti all'iwan si trova la tomba del santo. Sulla lapide di marmo bianco un'iscrizione narra la sua storia, arricchita di leggende.»
Note
Bibliografia
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