Nei suoi primi studi ebbe come maestri il padre ingegnere, l'orientalista Luigi De Rosa e l'Abate Felice Toscano,[9] professore di filosofia e autore di un Corso elementare di filosofia molto apprezzato nell'Italia meridionale al tempo dei Borbone.[10]
Agli studi umanistici e all'apprendimento delle lingue classiche (saranno scritte in latino alcune sue pubblicazioni scientifiche) affiancò ben presto lo studio delle Scienze fisiche e naturali e, ancora prima di presentarsi alla licenza liceale, seguì come uditore i corsi di Scienze presso la R. Università degli Studi di Napoli e collaborò all'allestimento di esperienze di laboratorio di fisica sia per uso didattico che per ricerche scientifiche. Conseguita la licenza liceale, completò la sua formazione scientifica laureandosi prima, nel 1874,[11] in Storia naturale e due anni dopo, nel 1876,[12] in Medicina e Chirurgia. Avviatosi all'esercizio della professione medica, l'abbandonò ben presto per dedicarsi completamente alla ricerca scientifica e all'insegnamento spintovi dalla predilezione per le Scienze naturali e dalla passione per la botanica e per la fisica.[13]
Dal 1873 al 1880 fu assistente volontario, a titolo gratuito, presso il R. Orto Botanico di Napoli.[14] Qui, sotto la guida del barone Vincenzo Cesati, direttore dell’Orto botanico dal 1868 al 1882, e dei suoi due coadiutori Giuseppe Antonio Pasquale e Gaetano Licopoli, ampliò le sue conoscenze di botanica, di Cryptogamae in generale e di Alghe unicellulari in particolare, poiché il Cesati, illustre crittogamista, gliene aveva infatti affidato lo studio.[13][15]
Nel 1881-82 fu nominato assistente ispettore provvisorio[17] e nel 1883 fu promosso coadiutore alla cattedra di botanica di Giuseppe Antonio Pasquale,[18] subentrato alla direzione del R. Orto botanico alla morte del barone Cesati. L’incarico venne poi confermato, negli anni a seguire, da Federico Delpino succeduto al Pasquale nel 1894, e fino al 1900 quando, a seguito dell'introduzione del divieto di cumulo di impieghi pubblici, fu costretto a rinunciarvi, avendo vinto il concorso per l’insegnamento della Storia naturale nelle scuole secondarie superiori, ed essendo diventato titolare di cattedra presso il R. Liceo Antonio Genovesi di Napoli, nel quale insegnava già dal 1888.[19][20]
Risalgono a quegli anni le sue prime pubblicazioni di algologia tra le quali: Le Diatomee della Cascata di Caserta (1884), Le Alghe della Baia di Assab (1885a e 1888a), le Reliquie Cesatiane. Alghe (1885b), la monografia Sulla Storia naturale delle alghe di acqua dolce del Comune di Napoli (1888b),[21]Le Diatomee contenute nel canale digerente di alcune Aplysiae (1890), il Manipolo di Alghe napoletane. Centuria 1ª (1892b) ed alcune opere «di grande pazienza ed insieme di grande utilità»[22][23] quali l’lndex ad F. Tr. Kuetzingii "Species Algarum" perfectus (1892b) e l'Homonymiae Algarum (1888c e 1893a).
Pubblicò anche alcuni lavori sulla flora africana (1891a, 1892c, 1893b e 1895a) determinando e descrivendo il materiale botanico raccolto da alcuni naturalisti-esploratori, tra cui Giovanni Battista Licata e Georg August Zenker, ed a lui affidato per l'elaborazione. A dimostrazione che nei suoi interessi scientifici e tra le sue competenze botaniche rientrava anche la sistematica delle fanerogame.[22]
Nel 1888 conseguì, con pieni voti assoluti, l'abilitazione alla libera docenza in botanica presso la R. Università di Napoli[24] e venne chiamato a supplire Giuseppe Antonio Pasquale, gravemente ammalatosi, non solo nell'insegnamento ufficiale di questa disciplina ma anche, negli anni accademici 1889-90 e 1990-91, nella direzione dell'Orto botanico.[25] Incarico che svolse anche nei due anni successivi, come direttore incaricato,[26] fino alla nomina nel 1893 del nuovo titolare.[13] Come scrisse il Cavara: «Tenne questo delicato ufficio con la più grande scrupolosità ed abnegazione in momenti assai difficili, quando il grande Orto botanico veniva minacciato di falcidia delle sue terre per un vasto progetto di trasferimento in questa località, degli Istituti universitari».[19]
Pur avendo rinunciato all'incarico di coadiutore non interruppe la sua attività didattica, di studio e di ricerca presso l'Orto botanico che continuò a svolgere da libero docente fino agli ultimi anni della sua vita. E proseguì anche la sua produzione scientifica, nonostante la gravosità degli impegni connessi alla duplice attività didattica di docente universitario e di insegnante liceale. Pubblicò, infatti, altri contributi di algologia tra cui: l’Iconum Algarum Index (1898) ed il Primo elenco delle Diatomee del golfo di Napoli (1904b).[22]
Pubblicò anche un Sommario di Botanica generale e sistematica (1900) ad uso didattico e vari lavori di microscopia, micrografia e fisiologia vegetale, frutto della sua giovanile predilezione per la fisica e, in particolare, per l’ottica e l’elettricità: Dell'azione dell'aria liquida sui tessuti delle piante (1900c), Su i fenomeni di diffrazione di alcuni corpi organizzati in rapporto alle esperienze di Abbe (1904a) e: Apparecchio per la osservazione dei colori interferenziali (1907). Lavori che fecero seguito a quelli, sulle stesse materie, già pubblicati negli anni precedenti: Sulla visibilità delle strie delle Diatomee in rapporto ai sistemi ottici ed ai mezzi di inclusione (1891c), Il Joduro di Metilene nella preparazione delle Diatomee (1893d), le Ricerche sulla penetrazione delle radiazioni nelle piante (1891b, 1892a e 1894a) e: Sull'uso di un sistema divergente per ingrandire l'immagine nel microscopio (1897a).[27]
Morì a Napoli dopo una lunga malattia[9] e dopo che una grave infermità agli occhi[19] lo aveva costretto ad abbandonare definitivamente la ricerca e l’insegnamento.[28]
Contributi scientifici
Pubblicazioni
Lavori di algologia
Le Diatomee della Cascata di Caserta (Nota). Letta all'Associazione dei Naturalisti e Medici (Tornata dell'11 marzo 1880), Napoli, Stab. Tip. F.lli Tornese, 1884, pp. 1-15.
1) Le Desmidiacee. 2) Il Lichene marino. 3) Crittogame parassiti del Corpo umano. Articoli in forma di monografie, in Atlante di Botanica popolare del Pietraroia, Napoli, 1885, pp. , tav. 3.
Impressioni dal vero. Cenno geologico-botanico sull'Isola d'Ischia, Napoli, Estratto da: L’Ateneo. Rivista mensile, scientifica e letteraria. Tip. Carluccio, De Blasio e C., 1883, pp. 1-14.[30]
Necrologie. Giuseppe Antonio Pasquale, collana Regia Università degli studi di Napoli. Annuario scolastico 1893-94, Napoli, Tipografia e Stereotipia della R. Università, 1894, pp. 244-249.
^Cfr. Bonaventura da Sorrento, Sorrento Sacra e Sorrento Illustre. Epitome della storia sorrentina, S. Agnello di Sorrento, Tipografia all'insegna di S. Francesco D’Assisi, 1877, p. 100.
^Tra le altre: La teorica della comproprietà (1869), Comento teorico degli articoli 39, 44, 46, 50, 92, 94 delle leggi sulla espropriazione per pubblica utilità (1887), Ricerca dei limiti delle due giurisdizioni del diritto pubblico e del diritto civile (1876), Sulle azioni possessorie (1879), Ricerca di un nuovo dritto (dritto intergiurisdizionale) (1887), Lettere critiche sull'interpretazione dell’art. 562 del Codice Civile (1888), La servitù di veduta esaminata nel diritto romano e sviluppata secondo le norme del diritto vigente (1893), La scienza del fondo e le sue modificazioni (1895), Il danno (1900).
^Cfr. Vincenzo Cesati, Attestato degli studi fatti e dei servigi graziosamente prestati al R. Orto Botanico dal 1873 al 1880, Napoli, 1880.
^Diede anche un suo contributo agli studi lighenologici, come testimonia la presenza, nel suo erbario, di numerose specie di licheni. Cfr. Massimo Ricciardi, Il contributo dei Botanici della Scuola napoletana agli studi lichenologici, in Delpinoa, vol. 44, Napoli, 2002, p. 30. URL consultato il 31 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2020).
^Le specie descritte sono state disegnate alla camera lucida con ingrandimenti lineari di 80 a 1000, adoperando i sistemi obiettivi Prazm. a 4 lenti. Della Spirogyra weber è visibile il filamento vegetativo (fig. 10) e gli articoli dello stesso in fruttificazione (fig. 11). Della Spirogyra orthospira sono raffigurati il filamento vegetativo con cellule in via di segmentazione (fig. 12) e due filamenti in coniugazione (fig. 13) (Balsamo, 1888b, p. 83).
^Cfr. Ministero dell'Istruzione Pubblica, Università di Napoli. Orto botanico, in Stato del personale addetto alla Pubblica Istruzione del Regno d'Italia al 31 dicembre 1882, Roma, Tip. Eredi Botta, 1883, p. 30.
^Decreto Ministeriale 7 dicembre 1883 (cfr. Titoli, 1894, p. 6 e Nomine ed altre disposizioni nel personale, in Bollettino ufficiale del Ministero dell'Istruzione, IX, n. 12, 1883, p. 982).
^Nei due anni precedenti Balsamo aveva insegnato Scienze Naturali e Igiene nel 1° R. Educatorio di Napoli Principessa Maria Clotilde e, successivamente, Storia Naturale nel R. Liceo Vittorio Emanuele (cfr. Titoli, 1894, p. 7).
^Cfr. Gaston Bonnier, Revue des travaux sur les Algues, in Revue Générale de Botanique, V, Paris, Paul Klincksieck Éditeur, 1893, p. 141.
^Decreto ministeriale 23 agosto 1888 (cfr. Titoli, 1894, p. 6).
^
Nell'anno accademico 1888-89 aveva svolto l'incarico di supplente di G. Licopoli nel corso dimostrativo di botanica per gli allievi farmacisti, presso la Scuola di Farmacia della Facoltà di Medicina e Chirurgia della R. Università di Napoli (cfr. Titoli, 1894, p. 6).
^Decreto ministeriale del 18 agosto 1892 (cfr. Titoli, 1894, p. 7).
^Dal 9 gennaio 1922, a domanda, era stato collocato a riposo (D.R. 16 febbraio 1922). Cfr. Personale dei Regi Licei, in Bollettino ufficiale del Ministero dell'Istruzione Pubblica, II, n. 28, Roma, Tip. Operaia Romana Cooperativa, 1922, p. 1148.
^Nel maggio del 2019 questo lavoro è stato ripubblicato nella rivista: La Rassegna d’Ischia (PDF), XL, n. 2, Lacco Ameno, NA, 2019, pp. 58-61. URL consultato il 2 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2020).