Essendo un'arma a chiusura labile era difficilmente sincronizzabile, quindi fu impiegata essenzialmente nei bombardieri in installazioni brandeggibili sia a prua che in fuga. Venne impiegata sui bombardieri Caproni Ca.32, Ca.33, Ca.40 e Ca.44 e sui diribili tipo M e P[2]. Fu installata invece fissa in caccia sugli idrovolanti ad elica spingente, come il Macchi L.2, M.3 e M.8, o sull'ala superiore di biplani, quali i SAML S.1, SAML S.2, SIA 7 e Pomilio PE[3]. L'arma si rivelò precisa ed affidabile, a patto di una costante lubrificazione delle munizioni. Nel 1917 la MBT propose un caricatore circolare da 250 colpi e nello stesso periodo la Fiat condusse esperimenti sull'alimentazione a nastro, ma entrambi gli sviluppi non ebbero seguito. Per aumentare la cadenza di tiro venne sperimentato un dispositivo acceleratore di tiro[4] e, più semplicemente, vennero testate installazioni binate: tale soluzione prevedeva l'installazione delle due armi ruotate di 45° sul loro asse maggiore, in modo da poter inserire i caricatori a cassetta dall'alto in basso contemporaneamente su entrambe le armi, con le conseguenti modifiche alle impugnature ed alle manette d'armamento[5].
Alla fine della Grande Guerra l'arma fu sostituita nel servizio aviatorio dalla mitragliatrice leggera Lewis, che disponeva di una munizione da 7,7 mm più potente e di un caricatore chiuso circolare più pratico. Molte andarono ad armare le tanketteCV29 e CV33[5].
Tecnica
Quest'arma differiva dal modello standard essenzialmente per il sistema di raffreddamento e per quello di alimentazione. Il manicotto dell'acqua, che nella versione originale contiene l'acqua che ricircola da un bidone con pompa a mano, è sostituito da un manicotto traforato, in quanto alle quote e velocità degli aeromobili il flusso d'aria è sufficiente a raffreddare la canna. Il bocchettone di alimentazione è munito di un paravento ed accoglie un caricatore a cassetta da 100 colpi (20 scomparti da 5 colpi). Sul lato destro è applicata una sacca raccoglibossoli modello Reparto Artiglieria Aerea, che recuperava anche i caricatori esauriti. Sul lato sinistro del castello fu applicata una leva di blocco del carrello in apertura durante la fase di ricarica[6].
Le armi installate su supporti brandeggiabili erano dotate di correttori di velocità avversaria di tipo inglese ad anello, di modello "Le Prieur" e modello "Cacciatore". I correttori di velocità propria potevano essere ad ellisse, modello "Norman-Pattern" e modello "Le Prieur". L'arma ricorreva a munizioni 6,5 × 52 mm del tipo ordinario, perforanti, fumogene-traccianti, luminose, incendiarie BTS (Bontempelli-Tealdi-Suppo)[7]. Verso la fine della guerra vennero introdotte le munizioni perforanti incendiarie (PI), semiperforanti incendiarie (SPI), esplosivo perforante (EP), esplodente a tempo (DT: direzione tiro), luminoso incendiario (LI)[8].