La Monti-Tempio nacque per iniziativa delle Strade Ferrate Secondarie della Sardegna negli ultimi anni del XIX secolo, per collegare nell'ambito del progetto della rete secondaria sarda la Gallura e il Limbara con la Cagliari-Golfo Aranci delle Ferrovie Reali[1], in particolare per quanto riguarda il collegamento con i porti galluresi[1]. Tra le ragioni economiche che spinsero le SFSS a costruire la linea vi è soprattutto quella relativa al trasporto del sughero[1][2], prodotto in grosse quantità nella zona.
Il tracciato della ferrovia, realizzata a binario unico non elettrificato con scartamento da 950 mm e basata su un progetto dell'ingegner Emilio Olivieri[3], partiva da Tempio Pausania, per poi raggiungere Nuchis, Luras e Calangianus, e da qui procedere verso sud sino ad affiancare la Dorsale Sarda nello scalo delle Ferrovie Reali di Monti.
I quasi 40 km di ferrovia furono inaugurati il 15 febbraio 1888[4][5], e la Monti-Tempio fu la prima linea pubblica a scartamento ridotto ad entrare in servizio nell'isola insieme alla Cagliari-Isili[5], inaugurata lo stesso giorno. Come nel resto della rete ferroviaria della Sardegna all'epoca i treni venivano spinti dalle locomotive a vapore, ma per la Monti-Tempio questo resterà il solo tipo di trazione ad essere utilizzato nei settant'anni in cui questa ferrovia è stata attiva[6]. Inizialmente la ferrovia avrebbe dovuto servirsi a Monti dello scalo delle Ferrovie Reali (come accaduto anche a Sassari con la linea per Alghero)[7], ma a causa di alcuni problemi burocratici le SFSS costruirono una loro stazione sul lato nord dell'area ferroviaria di Monti. Tuttavia una volta raggiunta un'intesa tra le due società la stazione delle Reali (dal 1920 passata alle FS) divenne lo scalo di riferimento anche della linea per Tempio[3] e quello delle SFSS rimase attivo solo per le finalità di servizio.
Nel 1921 la Monti-Tempio passò insieme all'intera rete SFSS alle Ferrovie Complementari della Sardegna; sempre negli anni venti fu deciso di mettere in atto l'idea di collegare Sassari a Tempio e Palau, sfruttando il tratto di quasi 11 km già esistente da Tempio a Luras della Monti-Tempio.
Nel 1941 la linea passò con la Sassari-Alghero alla Strade Ferrate Sarde[4], già azionista di maggioranza delle FCS, nell'ambito di un processo che portò sotto il controllo delle SFS tutte le linee secondarie del nord Sardegna.
Nel dopoguerra si intensificarono le voci di una possibile chiusura della linea, fatto che si concretizzò il 21 luglio 1958[9], data di cessazione del servizio ferroviario tra Monti e Luras, mentre il tronco da Tempio a Luras restò attivo per la linea verso Sassari e Palau. Vari furono i dubbi (anche del ministro dei trasporti dell'epoca Angelini[10]) e le proteste contro questo provvedimento[9]: le motivazioni del Ministero dei trasporti erano tuttavia legate soprattutto allo scarso traffico ferroviario lungo la linea, che nell'ultimo periodo trasportava in media 30 viaggiatori e 5 tonnellate di merce al giorno[11].
Dopo la chiusura
Il tratto tra Luras e Calangianus è stato trasformato nella via Europa Unita di Calangianus. Da questa località la linea ferroviaria è stata completamente recuperata a cura della Comunità Montana numero 3 della Gallura ed è interamente percorribile a piedi o in bicicletta fino a oltre il casello 4 (a qualche centinaio di metri dall'incrocio con la strada provinciale 147).
Oltre il casello 4 la linea è ancora facilmente riconoscibile fino alla stazione di Monti, è inoltre in corso di recupero il sedime dalla cantoniera 2 (anch'essa in restauro), presso il passaggio a livello della SP 147 alla stazione di Monti.
Gli scali di Luras, Nuchis e Tempio sono invece attivi, sebbene accolgano solo i treni turistici del Trenino Verde che transitano sulla Sassari-Tempio-Palau.
Caratteristiche
La Monti-Tempio si estendeva originariamente per complessivi 39,264 km tra la vecchia stazione di Tempio e quella SFSS di Monti, quest'ultima posta dinanzi allo scalo all'epoca omonimo posto lungo la ferrovia Cagliari-Golfo Aranci e nel cui piazzale ebbe successivamente sede il capolinea meridionale della ferrovia[7][12][13]. Il tracciato era armato con binari a scartamento da 950 mm, con l'impiego di rotaie Vignoles da 21 kg/m[12] poste su traverse in legno, fatto salvo il tratto ancora esistente tra Tempio e Luras in cui vennero successivamente installate rotaie da 27 kg/m[12]: ciò avvenne essendo tale tronco ferroviario condiviso con la Sassari-Tempio-Palau, che adottava tali specifiche di armamento[12].
Dal punto di vista del percorso esso si sviluppava per il 48,2% in rettilineo[12], con la presenza di curve di raggio minimo di 80 m[12] e in oltre metà dei casi con raggio di 100 m[12]; lo sviluppo altimetrico invece si caratterizzava per un andamento che nel 49% del tracciato presentava pendenze superiori al 20‰[12] con punte massime del 25‰[12], mentre solo il 9,9% del percorso era pianeggiante[12]. Il culmine della linea era posto tra gli impianti di Rifornitore e Calangianus a quota 605 ms.l.m.[12], mentre nella stazione di Monti era posta la quota minore di poco inferiore ai 300 ms.l.m.[12].
Per quanto concerne il movimento lungo il percorso oltre ai capolinea gli incroci erano possibili nelle stazioni di Calangianus e Luras.
La linea aveva origine dall'area ferroviaria di Monti, in cui i treni per gran parte della storia della linea partivano dal fascio binari a scartamento ridotto della stazione delle Ferrovie Reali (in seguito delle Ferrovie dello Stato), con cui le SFSS avevano stipulato un accordo per l'utilizzo congiunto di tale struttura[12]. Per un breve periodo invece i treni partirono dalla limitrofa stazione SFSS[12], utilizzata poi per la gestione dell'attività ferroviaria vertente la linea e per il rimessaggio dei rotabili. Dalla stazione di Monti, posta nel punto più basso dell'intera linea, il percorso si dirigeva con una serie di curve verso nord salendo costantemente di quota, raggiungendo dopo pochi chilometri le fermate di Telti (nata come cantoniera[14]) e di Piras.
Il tracciato, continuando sempre la sua ascesa altimetrica, attraversava un'area posta a ridosso delle pendici del monte Limbara, raggiungendo la fermata Rifornitore, altra cantoniera[14] su cui fu istituito servizio viaggiatori e merci, così denominata per la presenza di un rifornitore idrico. Tale struttura precedeva un tratto immerso tra i boschi[12] che portava al punto più alto della linea, da cui poi si scendeva progressivamente di quota verso la stazione di Calangianus[12], attrezzata per gli incroci dei treni così come il successivo scalo di Luras, dal 1932 stazione di diramazione con la linea per Palau.
Da questo impianto aveva origine il tratto condiviso con la ferrovia Sassari-Tempio-Palau, che proprio per questo fatto è rimasto attivo dopo la dismissione della Monti-Tempio (seppur dal 1997 sia in uso solo a fini turistici): da qui la ferrovia procede risalendo man mano verso ovest, raggiungendo la fermata di Nuchis per poi arrivare a Tempio Pausania: qui sino al 1935 i treni in servizio sulla ferrovia terminavano la loro corsa nella locale stazione SFSS (in seguito FCS), mentre da quell'anno sino alla chiusura della linea il capolinea fu la stazione delle SFS (poi FdS e ARST).
^ab Società Italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, Orario (JPG), su lestradeferrate.it, 11 febbraio 1888. URL consultato il 22 luglio 2010.
^Risposte scritte ad Interrogazioni (PDF), su legislature.camera.it, Camera dei Deputati, 26 luglio 1957, pp. XLVI (46). URL consultato l'8 gennaio 2009.
Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN88-85909-31-0.
Elettrio Corda, Le contrastate vaporiere - 1864/1984: 120 anni di vicende delle strade ferrate sarde: dalle reali alle secondarie, dalle complementari alle statali, Chiarella, 1984.
Francesco Ogliari, La sospirata rete, Milano, Cavallotti Editori, 1978.
Catalogo dei Viaggi con il Trenino Verde (PDF), 10ª ed., Ferrovie della Sardegna, 2007. URL consultato il 10 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2015).