Dal 2 al 13 giugno 1946 gestì in prima persona la delicata fase immediatamente successiva allo svolgimento del referendum, adottando una linea ferma ma scevra da tentazioni oltranziste. Il 13 giugno, in conseguenza dell'attribuzione da parte del Consiglio dei ministri dei poteri di capo provvisorio dello Stato al capo del governoAlcide De Gasperi, stese il testo dell'ultimo proclama di Umberto II.
Dopo la partenza dell'ormai ex re per il Portogallo, Lucifero rimase, fino alla propria scomparsa, avvenuta nel 1997 all'età di 99 anni, unico rappresentante ufficiale, in Italia, della Casa reale in esilio. In questa veste rappresentò Umberto in occasione dei funerali delle vittime del Vajont, delle vittime delle stragi degli anni settanta, di Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo I e all'intronizzazione dei rispettivi successori. Si occupò anche dell'attività benefica di Umberto e dei suoi contatti col mondo politico. Nel 1948 rifiutò la nomina a senatore a vita offertagli dal Presidente della RepubblicaLuigi Einaudi.
Il 4 settembre 1969, in occasione del proprio sessantacinquesimo compleanno, Umberto II lo nominò cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata. Insieme a Vittorio Cini (nel 1975) fu il solo caso, dal 1944 al 1982, di concessione della massima onorificenza di Casa Savoia a una personalità che non fosse un capo di Stato né appartenesse a una dinastia reale.
Pubblicò saggi, biografie, opere letterarie e teatrali. Collaborò con quotidiani e periodici, e, fino all'ultimo, continuò a sostenere la tesi monarchica e costituzionale. Intervistato nel 1990 da Giovanni Minoli per Rai 2[4] e da Bruno Vespa per Rai Uno nel 1996, ribadì la tesi dell'invalidità dello svolgimento del referendum.
Morì a Roma nel 1997, e, per sua volontà, fu sepolto nel cimitero monumentale di Crotone, alla cui biblioteca comunale, intitolata a suo padre Armando Lucifero, aveva donato nel 1996 un consistente fondo librario di oltre duemila testi e parte del mobilio dello studio di Roma. I suoi diari dal 1944 al 1946 sono stati pubblicati da Arnoldo Mondadori Editore nel 2002, col titolo L'ultimo re.
^Falcone Lucifero, L'ultimo re. I diari del ministro della Real Casa, 1944-1946, Milano, Mondadori, 2002, parina198.
^Acquarone si dimise il 29 maggio 1944, in conseguenza della decisione di Vittorio Emanuele III di affidare la luogotenenza del regno al figlio Umberto.