Ezechiele Ramin nacque a Padova nel 1953, il quarto di sei figli in una famiglia modesta. Studiò al liceo classico presso il Collegio Vescovile Barbarigo, dove prese coscienza della povertà diffusa in tutto il mondo. Ciò lo spinse ad aderire a Mani Tese, associazione per la quale organizzò svariati campi di lavoro per raccogliere fondi in sostegno di vari piccoli progetti sostenuti dall'associazione stessa[2].
Nel 1984 fu assegnato a Cacoal, in Rondônia (Brasile). Il 20 gennaio di quell'anno si trasferì a Brasilia, dove seguì dei corsi di cura pastorale, per poi raggiungere la Rondônia nel luglio di quell'anno[1][5][7].
Cacoal
Padre Ezechiele Ramin era preoccupato della situazione che avrebbe incontrato a Cacoal, ma accettò l'incarico con le parole "Se Cristo ha bisogno di me, come posso rifiutare?"[8].
Lì incontrò una situazione complessa e difficile: i molti piccoli agricoltori erano oppressi, con mezzi sia legali che illegali, dai latifondisti locali. Inoltre, la tribù indigena dei Surui era stata solo di recente costretta a diventare sedentaria dal governo brasiliano, che aveva forzatamente assegnato loro della terra, e stava iniziando a creare dei problemi[9][10][11][12].
Ispirato dagli insegnamenti di Dietrich Bonhoeffer[7] si pose in prima linea nella lotta per la giustizia di quelle genti, tentando di persuaderli ad intraprendere la strada della protesta pacifica piuttosto che quella della lotta armata.
La situazione in cui si trovava lo portò a temere per la propria vita. All'inizio del 1985 fu minacciato di morte[6]; in molte delle lettere che inviò alla famiglia in quel periodo si chiedeva se li avrebbe visti di nuovo[5][13].
Morte e immediate reazioni
Il 24 luglio 1985 Padre Ramin, insieme a un sindacalista locale, partecipò ad un incontro nella Fazenda Catuva[1] ad Aripuanã nel vicino Mato Grosso[2] con l'intenzione di persuadere i piccoli agricoltori lì impiegati a non prendere le armi contro i latifondisti[14], disobbedendo ad una richiesta da parte dei suoi superiori di prestare attenzione[15]. Al ritorno, fu vittima di un'imboscata da parte di sette sicari armati di pistola, che lo colpirono oltre 50 volte[16][17]. Prima di morire, sussurrò le parole "Vi perdono"[15]. Poiché la salma di Padre Ramin non poté essere recuperata dai suoi confratelli prima di 24 ore dopo l'omicidio, un gruppo di indios Surui vegliarono su di essa fino all'arrivo dei missionari[6].
Alcuni giorni dopo il suo omicidio, Papa Giovanni Paolo II definì Padre Ezechiele Ramin un "martire della carità"[1][3][7][14][15].
La reazione all'evento da parte degli agricoltori di Cacoal andò contro gli stessi insegnamenti del religioso: nel novembre dello stesso anno un latifondista e il suo assistente furono uccisi dalla stessa gente che Padre Ramin aveva tentato di aiutare, e alcuni giorni dopo un altro assistente di un latifondista fu assassinato[18].
Nel 1988 due degli uomini che uccisero Padre Ramin, Deuzelio Goncalves Fraga and Altamiro Flauzino, furono condannati rispettivamente a 24 e 25 anni di reclusione dal tribunale di Cuiabá. Altri non sono stati ancora identificati o arrestati[17].
Altre attività
Gli hobby principali di Padre Ezechiele Ramin erano il ciclismo, la montagna e il calcio[5]; inoltre, scriveva poesie[15]. Le sue numerose lettere ad amici e parenti sono state raccolte in volume e pubblicate a cura di Ercole Ongaro e Fabiano Ramin, fratello di Padre Ezechiele, con il titolo Testimone della speranza - lettere dal 1971 al 1985[13].
Padre Ramin ha anche prodotto un consistente numero di disegni, soprattutto in carboncino, che furono soggetto di una mostra tenutasi a Padova, sua città natale, promossa dal Comune e organizzata da Maria Cristina Ferin, Federica Millozzi e Fabiano Ramin[19][6][20][21][22].
Padre Ezechiele Ramin amava documentare le proprie esperienze tramite fotografie[20].
Tributi
Varie iniziative in onore di Padre Ezechiele Ramin vengono regolarmente svolte sia a Padova che a Cacoal, per la maggior parte indirizzate a promuovere la protesta pacifica come alternativa più valida alla lotta armata o a risvegliare l'interesse dei giovani verso la realtà missionaria[23][24].
Ancora nel 2005, la Chicago Catholic Theological Union, dove Padre Ramin studiò, commissionò al rinomato pittore di icone Robert Lentz un'icona raffigurante Padre Ezechiele, che è nell'immagine sacra rappresentato con una tortora a rappresentare la sua adesione alla nonviolenza[16][26]. La presenza di un'aureola intorno alla testa di Padre Ramin è, tuttavia, incorretta secondo l'iconografia cattolica, in quanto Padre Ezechiele non è stato ufficialmente riconosciuto come santo.
Oltre a una collezione delle sue lettere a parenti e amici[13], sono stati pubblicati altri due libri sulla vita di Padre Ramin: Lele - creare primavera di Ezio Sorio[27] e Lele vive di Paulo Lima (2005)[28].
Nel 2007, l'associazione Progetto Agata Smeralda di Firenze dedicò il premio "Prima di Tutto la Vita" alla memoria di Ezechiele Ramin[31][32].
I missionari comboniani, guidati dal Superiore Generale Padre Teresino Serra, stanno cercando di promuovere il riconoscimento ufficiale di Padre Ezechiele come martire (e quindi come Beato e possibilmente come Santo) da parte della Chiesa cattolica[33], anche se la comunità missionaria comboniana in America Latina sembra riluttante in quanto "per loro e per la gente che lo conosceva, Ramin è già un santo"[34].
Sabato 5 aprile 2016 verrà aperta la Rogatoria presso la Diocesi di Padova per la sua Beatificazione e Canonizzazione.
Intitolati a Padre Ezechiele
Tre comuni hanno intitolato una via a Padre Ezechiele Ramin: Padova, sua città natale, ne ha intitolata una in zona Montà[35], Roma una in zona Villaggio Prenestino[36] e infine Cervarese Santa Croce gli ha dedicato una via nella frazione di Montemerlo, paese in cui Padre Ramin ha trascorso la sua giovinezza.
Ancora il Comune di Padova ha intitolato a Padre Ezechiele Ramin un asilo nido in zona Paltana[38].
Sempre a Padova, è stato aperto il Centro di Documentazione Ezechiele Ramin presso l'associazione Angoli di Mondo[39].
La parrocchia di San Riccardo di Andria, ad Andria, ha dedicato il proprio salone parrocchiale a Padre Ezechiele Ramin[40].
In Brasile, a Picos nel Piauí, è stato costruito un centro diurno per bambini di strada con la cooperazione dell'associazione Angoli di Mondo di Padova, centro che è stato intitolato a Padre Ramin[41].
A Cologno Monzese (Milano) l'Associazione di volontariato "Creare Primavera" Onlus ha intitolato a lui un centro di accoglienza per famiglie con minori in difficoltà, in via Mozart 28.
L'Amministrazione Comunale di Cologno Monzese ha dedicato a Padre Lele un albero nel Giardino dei Giusti in piazza Aldo Moro.
La parrocchia di San Mango sul Calore (Avellino) gli ha dedicato il salone parrocchiale nel febbraio 2015 a trent'anni dalla sua morte.
Note
^abcde Claudia Belleffi, Padre Lele, martire della carità, su diocesipadova.it, Diocesi di Padova, 2010. URL consultato il 28 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
^abcd Padre Lorenzo Gaiga, P. Ezechiele Ramin (1985), su comboni.org, Missionari Comboniani. URL consultato il 30 settembre 2010.
^abcd Matteo Ramin, Padre Ezechiele Ramin, una vita donata per i poveri, su www2.regione.veneto.it, Regione Veneto, 9 settembre 2005. URL consultato il 28 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
^abcdefPadre Ezechiele Ramin (PDF), su unipd-centrodirittiumani.it, Comune di Padova, 2010. URL consultato il 30 settembre 2010.
^abcLa vita di Lele, su giovaniemissione.it, Giovani e Missione. URL consultato il 28 settembre 2010.
^ Denise Zmekhol, Children of the Amazon (in inglese), su clas.berkeley.edu, Center for Latin American Studies - University of California - Berkeley, 21 agosto 2003. URL consultato il 28 settembre 2010 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2010).
^An Urgent Plea from the Suruí (pg. 24) (PDF), su saiic.nativeweb.org, South and Meso American Indian Information Center, 1991. URL consultato il 28 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2010).
^La primavera di Ezechiele, su nigrizia.it, Nigrizia, 28 luglio 2010. URL consultato il 30 settembre 2010 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2012).
^abcEzechiele Ramin, a cura di Ercole Ongaro e Fabiano Ramin (2000), "Testimone della speranza - lettere dal 1971 al 1985", ed. Rete Radié Resch, Quarrata (PT), ISBN 978-88-88610-03-0
^abP. Ezechiele Ramin, su fides.org, Agenzia Fides. URL consultato il 29 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2011).
^ Massimo Paccagnella, Padova: in mostra i disegni di p. Ezechiele Ramin, su dgtvonline.com, DgTvOnline, 7 settembre 2010. URL consultato il 14 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
^La casa bruciata, su archivio.raiuno.rai.it, RAIUNO. URL consultato il 30 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2011).
^Rassegna cinematografica sul Brasile, su scuole.provincia.so.it, Il Messaggero del CTP, 2003. URL consultato il 30 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
^Programma Giornata per la Vita 2007, su movimentovitafiorentino.it, Arcidiocesi di Firenze. URL consultato il 14 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2013).
^1985 saints (in inglese), su newsaints.faithweb.com, Hagiography Circle, 10 febbraio 2010. URL consultato il 14 ottobre 2010.
^ Stefania Falasca, Davide Malacaria, The mission: simply being there (in inglese), su 30giorni.it, 30 Days, 2007-10. URL consultato il 30 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2013).
^Sale Comunali, su cadoneghenet.it, Comune di Cadoneghe. URL consultato il 14 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2011).
^ Massimo Paccagnella, Padova: nuovo asilo-nido intitolato a padre Ramin, su dgtvonline.com, DgTvOnline, 30 settembre 2010. URL consultato il 14 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2011).
^Centro Documentazione E. Ramin (CeDocER), su cedocer.it, Centro Documentazione E. Ramin (CeDocER). URL consultato il 14 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2006).
^Parrocchia San Riccardo di Andria - storia (XML), su parrocchiasanriccardo.com, Parrocchia San Riccardo di Andria. URL consultato il 14 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2011).