Dopo gli studi in seminario, si diede al commercio.
Iniziò con pochi mezzi a diciassette anni come aiutante del suo padrino Borghi a cui successe nel 1831, ma con gli anni grazie alla sua abilità negli affari divenne padrone di due stabilimenti coloniali a Milano in Porta Garibaldi e a Barletta. Era al primo posto in Italia tra i commercianti e industriali di spiriti.
Costruì due grandi isolati di case nel sobborgo di Porta Garibaldi tra gli attuali corso Como e via Massimo d'Azeglio, demoliti intorno al 1960.
Volle intitolare al loro nome le vie del suo isolato di case a Milano, l'attuale via Quadrio si chiamava via Mazzini.
Fondò un asilo dedicato a Maurizio Quadrio, tuttora esistente in via Quadrio.[2]
Finanziò la propaganda repubblicana in Italia. Lavorò fino all'ultimo giorno prima di morire a 81 anni.
Acquistò a Induno Olona una villa costruita all'inizio del XIX secolo dalla famiglia Mannati, una famiglia nobile milanese e la fece arredare dall'ebanista parigino Charles Jeanselme. Gli arredi furono venduti all'asta nel 1961 prima della trasformazione della Villa Castiglioni in albergo.[3]
Fu credente in Dio e lasciò un milione di lire di allora ad istituti di beneficenza milanesi, tra cui l'Ospedale Maggiore[1].
La sua fortuna, quando morì, era stimata in 10 milioni di lire di allora.
Fu sepolto al Cimitero Monumentale di Milano e volle una tomba con l'iscrizione “credente in Dio”, un detto di Mazzini. La sua tomba del 1897 è nell'Emiciclo di Ponente (seconda fila n. 142-143) ed è stata realizzata dall'arch. Ercole Balossi Merlo (1842-1922) e dallo scultore Ernesto Bazzaro che rappresentò con una fusione in bronzo la Fede, l'Amor fraterno e il Soccorso, per rappresentare "in modo realistico-allegorico gli elevati ideali del defunto".[4]
L'erede fu il nipote adottivo ing. Ermenegildo Castiglioni Marazzi, che utilizzò parte dell'eredità per costruire tra il 1901 ed il 1904 il Palazzo Castiglioni in Corso Venezia a Milano, progettato in stile Art Nouveau dall'architetto Giuseppe Sommaruga.
I ritratti di Castiglioni nella Quadreria dell'Ospedale Maggiore