L'eparchia comprendeva in origine una parte della Volinia e la parte settentrionale della Podlachia; i due territori non erano contigui, essendo separati dal territorio dell'eparchia di Chełm.
L'eparchia greco-cattolica di Volodymyr-Brėst ha la sua origine nell'unione di Brest (1595-1596), voluta dai metropoliti di Kiev e da una parte della gerarchia greco-ortodossa delle odierne Ucraina e Bielorussia. Tra i maggiori fautori della causa uniate ci fu Adam Hipacy Pociej, vescovo di Volodymyr-Brėst fin dal 1593, che fece formale professione di fede cattolica a Roma il 23 dicembre 1595, alla presenza di papa Clemente VIII.[1]
Con la terza spartizione della Polonia (1795), il territorio dell'eparchia venne a trovarsi diviso in tre Stati. La parte sottomessa all'impero austriaco fu annessa all'eparchia di Chełm; con la parte sottomessa alla Prussia fu eretta una nuova diocesi greco-cattolica, l'eparchia di Supraśl; ciò che restava dell'antica eparchia in territorio russo fu soppresso con decisione di Caterina II, che già aveva deciso la soppressione di molte eparchie greco-cattoliche dell'impero.
L'avvento al trono di Russia di Paolo I (1796), migliorò sensibilmente la situazione dei cattolici, in particolare degli uniati. Le trattative tra la Santa Sede ed il governo russo portarono alla decisione, sancita dall'ukase del 28 aprile 1797, di erigere l'eparchia di Brėst; questa erezione fu confermata dalla Santa Sede con la bollaMaximis undique del 15 novembre 1798.
Con l'ukaz del 22 aprile 1828, lo zarNicola I di Russia ordinò la soppressione dell'eparchia di Vilnius, eretta nel 1809[4], e l'annessione dei suoi territori a quelli dell'eparchia di Brėst. Contestualmente lo stesso decreto imperiale trasferì la sede dei vescovi di Brėst nel monastero di Žyrovyci, celebre per la presenza della famosa Icona della Santissima Madre di Dio (detta del pascolo),[5] dove fu istituito il seminario eparchiale, ed elevò l'eparchia al rango di sede metropolitana della Lituania.[6]
Quando Jozafat Bułhak venne trasferito alla sede di Polack, lo zar nominò vescovo della Lituania Józef Siemaszko (Semaško), già vescovo ausiliare, che non ebbe mai la conferma della Santa Sede. A due riprese, nel maggio del 1833 e nel settembre 1836, fece ufficiale richiesta allo zar di aderire alla Chiesa ortodossa russa (già da teologo uniate aveva proposto nel 1827 una forma di ricongiungimento con gli ortodossi).[7]
A mano a mano che morivano i vescovi greco-cattolici, vennero sostituiti dalle autorità russe con vescovi che erano favorevoli alla Chiesa ortodossa. In questo modo nel giro di pochi anni la Chiesa greco-cattolica non ebbe più prelati propensi al mantenimento del legame con Roma.
Il sinodo della Chiesa greco-cattolica "rutena" celebrato a Polack nel febbraio 1839, presieduto da Siemaszko dopo la morte del metropolita Josafat Bułhak, annullò l'unione di Brest del 1596, sopprimendo de facto tutte le eparchie cattoliche dell'impero russo. Questa decisione fu approvata dallo zar Nicola I il 25 marzo 1839.[8] Quest'atto determinò la fine dell'eparchia greco-cattolica di Brest e il passaggio forzato dei preti e dei suoi fedeli alla Chiesa ortodossa.[9]
^Błażejowśkyj, Hierarchy of the Kyivan Church, p. 260.
^Błażejowśkyj, Hierarchy of the Kyivan Church, pp. 293-294. Non è chiaro se Vilnius fosse sede di un vescovo diocesano, oppure costituiva semplicemente il titolo degli ausiliari della diocesi di Brėst.
^Da questo momento la diocesi è nota anche con il nome di Žyrovyci.
^Błażejowśkyj, Hierarchy of the Kyivan Church, p. 308.
^Sul Sinodo si veda Cesare Alzati, L'ortodossia in Storia del Cristianesimo, l'età moderna (a cura di G. Filoramo e D. Menozzi), Editori Laterza, 1997, pp. 398-399.
^Il 15 novembre 1600 fu nominato arcieparca metropolita di Kiev mantenendo la sede di Volodymyr-Brėst fino alla sua morte. A. Welykyj, Documenta Pontificum Romanorum historiam Ukrainae illustrantia (1075-1953), vol. I : 1075-1700, Romae, 1953, pp. 295-298.
^Il 22 settembre 1695 è nominato arcieparca metropolita di Kiev mantenendo la sede di Volodymyr-Brėst fino alla sua morte. Welykyj, Documenta Pontificum Romanorum historiam Ukrainae illustrantia, vol. I, pp. 666-668.
^Il 18 settembre 1714 è nominato arcieparca metropolita di Kiev mantenendo la sede di Volodymyr-Brėst fino alla sua morte. Welykyj, Documenta Pontificum Romanorum historiam Ukrainae illustrantia, vol. II : 1700-1953, Romae, 1954, pp. 31-32.
^Błażejowśkyj, Hierarchy of the Kyivan Church, p. 298. Gams e Eubel riportano la data del 1º febbraio, secondo il calendario giuliano.
^Questa è la data riportata da Catholic Hierarchy. Błażejowśkyj (Hierarchy of the Kyivan Church, p. 298) riporta come data di morte il 1779.
(PL) Kazimierz Dola, Katalog arcybiskupów i biskupów rezydencjalnych eparchii polskich obrządku grecko-unickiego od Unii Brzeskiej (1596) do roku 1945, in Historia Kościoła w Polsce t. II 1764-1945, cz. 2 1918-1945, Poznań-Warszawa, 1979, pp. 304–311