In araldica l'elefante simboleggia fortezza e grandezza d'animo[1] ed è anche emblema di stirpe antica, potente, inflessibile per l'età che può raggiungere, per la sua forza e per l'impossibilità di piegare le ginocchia. L'elefante d'argento è stato spesso assunto nello stemma da chi, dopo aver scavalcato un nemico, gli concedeva la vita; quello d'oro da chi, oltre la vita, gli concedeva la libertà.[2]
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D'azzurro, all'elefante di rosso con la proboscide alzata e le zanne al naturale, sormontato dalla lettera maiuscola A, pure di rosso. Motto: "S.P.Q.C." (
u Liotru nello
stemma di Catania)
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D'argento, all'elefante di nero, allumato del campo, difeso, unghiato e gualdrappato d'oro e sostenente una torre di rosso aperta e finestrata del secondo (
Hilfikon, Svizzera)
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Elefante passante (
Kuchen, Germania)
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Testa di elefante (
Deggingen, Germania)
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Di verde, alla testa d'elefante d'argento (
stemma della Costa d'Avorio)
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D'azzurro, all'elefante rivoltato d'argento (
Pégomas, Francia)
Posizione araldica ordinaria
L'elefante si rappresenta, di norma, fermo.
Attributi araldici
Note
- ^ Marc'Antonio Ginanni, L'arte del blasone dichiarata per alfabeto, Venezia, Guglielmo Zerletti, 1756, p. 75.
- ^ G. di Crollalanza, Enciclopedia araldico-cavalleresca, Pisa, 1887, p. 19.
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