Figlio di Hermann, industriale tessile, e di Augusta Roth, scultrice, nacque in un'antica famiglia ebraica. Ebbe due sorelle: Felicia, pittrice all'École de Paris, ed Erna, pianista; quest'ultima morirà durante la Shoah in un campo di concentramento tedesco, assieme ai genitori.
Sempre a Napoli, partecipò invano nel 1938 ai concorsi per il completamento del rione Carità. In seguito, con l'emanazione delle leggi razziali Pacanowski venne internato in un campo di concentramento a Sepino. Ivi, curò il ritrovamento dell'antica città, venendo insignito nel 1944 della cittadinanza onoraria insieme ad Amedeo Maiuri.
Nel dopoguerra progettò in Napoli importati edifici privati come Villa Crespi e Villa Maderna, ambedue sulla collina di Posillipo, esprimendo particolarmente il suo concetto di architettura razionalista; la prima villa fu criticata notevolmente, sebbene dalla rivista Epoca fosse stata considerata tra le più belle del mondo[1].