L'epiteto specificobrevifolia deriva dal latino e significa "corta foglia", con riferimento alla forma delle foglie della pianta[3][4].
Descrizione
C. brevifolia è una pianta perenne a portamento arbustivo, formata da numerosi steli che creano cespugli alti fino a 50 centimetri. Questi steli misurano fino a 6 millimetri in diametro ed i più vecchi assumono un aspetto legnoso, con un colore che da verde diventa bruno-rossastro. La pianta è ancorata al terreno grazie a fitte radici fascicolate
Le foglie sono di colore verde-giallastro, tendente al rosso se sottoposte ad una forte esposizione ai raggi solari, orientate verso l'alto e misurano tra i 10 e i 40 mm in lunghezza per 5–18 mm in larghezza. Hanno una forma da lineare ad ellittica, la pagina superiore piatta e quella inferiore da convessa a cimbiforme, e delle estremità acute.
L'infiorescenza a tirso, che si sviluppa tra marzo ed aprile, ha una forma arrotondata, è composta da dicasia ramificate irregolarmente ed è sorretta da un peduncolo lungo circa 4 cm, parzialmente coperto dalle foglie sottostanti e che presenta alcune brattee di forma triangolare lunghe circa 2 mm.
I fiori sono composti da alcuni sepali triangolari, lunghi circa 1,5 mm, e da una corolla tubolare che può essere di colore giallo, bianco o rossastro. I petali sono lunghi circa 5 mm, brevemente fusi tra loro alla base e dalla forma oblungo-ellittica. Gli stami portano delle antere di colore giallo oppure nero[5][6][7][8][1][9][10].
Per indicare la specie principale viene talvolta utilizzato il nome C. brevifolia subsp. brevifolia.
Crassula brevifolia subsp. psammophila
È una pianta di dimensioni più contenute, raggiungendo i 20 cm d'altezza, e meno ramificata. Le foglie sono diritte, disposte ad angolo retto rispetto allo stelo, glabre e di un colore da verde scuro a, più frequentemente, bruno-rossastro. L'infiorescenza a tirso presenta una sommità quasi piatta, sorretta da un peduncolo che si sviluppa ben al di sopra delle foglie e con brattee di maggiori dimensioni e più appuntite. La fioritura avviene in genere tra aprile e giugno ed i fiori saranno di colore bianco, sfumato di rosa[7][13][14].
È diffusa in un areale ben più ristretto nella sola Provincia del Capo Settentrionale, ridotto ad una EOO (Extent Of Occurance) di 560 km2, delimitato dalla fascia costiera tra Grootmis e il fiume Orange, al confine con la Namibia. Le piante di questa sottospecie sono suddivise tra 6-8 popolazioni, tutte attualmente minacciate a causa dello sfruttamento dell'area per l'estrazione della sabbia e la pratica di allevamento intensivo[14][15].
A parte che per le infiorescenze, C. brevifolia subsp. psammophila può essere facilmente scambiata per Crassula herrei o anche per la forma glabra di Crassula grisea. Unica differenza con queste altre specie è per l'apice fogliare arrotondato, oltre che per un colore bruno opaco che rassomiglia molto a Crassula macowaniana[13].
Varietà
Benché non siano classificate come vere e proprie varietà, tra le diverse popolazioni di C. brevifolia si possono riscontrare alcune differenze morfologiche.
Le popolazioni che si trovano a sud di Springbok hanno una colorazione verde più intensa e, con l'esposizione ai raggi solari, tendono a diventare rossastre o violacee come gli esemplari di Crassula rupestris (soprattutto per quanto riguarda la subsp. marnieriana).
Le popolazioni diffuse invece tra le montagne intorno a Steinkopf presentano caratteristiche più variegate: oltre agli esemplari che rassomigliano a C. rupestris se ne può trovare un'altra varietà dalle foglie grigio-verdi, con sfumature gialle o, più di rado, arancioni. La forma a foglie giallastre è inoltre l'unica che si trova nella parte più settentrionale dell'areale di C. brevifolia, in territorio namibiano.
Infine più rare sono le popolazioni di C. brevifolia a fiore bianco, presenti soltanto nell'area tra Gifberg e Strandfontein, anche se molto meno diffuse. Gli esemplari con fiore color crema o verde giallastro sono invece diffusi nell'area nota come Knersvlakte[8].
Specie simili
Vi è una forte somiglianza tra gli esemplari di Crassula macowaniana e quelli di C. brevifolia, anche se differiscono per alcuni aspetti: difatti il fusto di C. macowaniana può crescere fino a 2 cm di diametro e anche le foglie possono raggiungere dimensioni maggiori. Date invece due piante giovani la più evidente differenza tra di queste è nei sepali: quelli di C. brevifolia avranno un apice smussato ma appuntito mentre, in C. macowaniana, il profilo sarà quasi semicircolare
Inoltre le forme di C. brevifolia a fiore bianco sono facilmente confondibili con C. rupestris subsp. commutata: quest'ultima è però caratterizzata da foglie di dimensioni minori, non più lunghe di 1 cm, disposte ad angolo retto e con margine netto. È anche presente, negli esemplari di C. rupestris subsp. commutata un paio di brattee aggiuntivo ad un'altezza intermedia tra le foglie e le brattee portate invece sul peduncolo dell'infiorescenza[8].
Coltivazione
In genere le Crassula richiedono un terreno povero di componente organica e ricco di minerali, ben drenante in modo da evitare i ristagni idrici che potrebbero uccidere la pianta. Annaffiare solo a terreno ben secco e in misura maggiore durante il periodo di crescita della pianta in primavera ed autunno.
È una pianta originaria di aree incluse nelle USDA Hardiness Zones da 9b a 11b, pertanto non dovrebbe essere esposta a temperature inferiori a 10 °C e comunque mai al di sotto dei -3,9 °C. Preferisce difatti una posizione soleggiata[9].
^(EN) Crassula brevifolia Harv., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 26 dicembre 2020.
^(EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 53, ISBN3-540-38432-4.
^(EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 77, ISBN0-521-86645-6.
(EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 77, ISBN0-521-86645-6.
(EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 53, ISBN3-540-38432-4.