Secondo il Jaccard, il nome Autaret, comune a molte montagne e valichi della zona alpina occidentale (anche nella variante Lautaret), significherebbe altare (riconducibile al latino altar), e sarebbe legato alla presenza di antichi altari precristiani in questi luoghi.[3] Il D'Amico lo fa invece risalire alla radice celtica aut, con significato di luogo elevato.[4]
Descrizione
Mette in comunicazione le Valli di Lanzo con Vallon de la Lombarde (vallone laterale della Maurienne). Si apre tra la Punta Costan (3 290 m, a sud-ovest) e la Punta Autaret (3 280 m, a nord-est). Nei pressi del colle sul confine è presente una croce di legno con le scritte ITALIA sul lato rivolto a est e FRANCE sul lato rivolto a ovest.
Dal versante italiano sotto il colle sono presenti alcuni laghi alpini denominati laghi dell'Autaret.
Storia
Secondo alcuni il colle fu il luogo per il quale Annibale nel 218 a.C. valicò le Alpi nella sua marcia verso l'Italia.[6], teoria supportata anche dalle ricerche eseguite per redigere libri di narrativa[7], in cui vi sono delle descrizioni del viaggio e viene data una interpretazione alla statua in alto rilievo custodita al museo di Usseglio raffigurante una sacerdotessa druidica celtica. In realtà si tratta di una raffigurazione della fine del XV secolo di San Bernardo da Mentone, con il diavolo incatenato ai suoi piedi, come nell'iconografia tradizionale di questo santo esorcista e venerato soprattutto presso i valichi, come correttamente illustrato nel museo di Usseglio.
Istituto Geografico Centrale - Carta dei sentieri e dei rifugi scala 1:25.000 n.110 Alte Valli di Lanzo (Rocciamelone - Uja di Ciamarella - Le Levanne)
^(EN) Hugh Chisholm, James Louis Garvin, Alps, in The Encyclopaedia Britannica: a Dictionary of Arts, Sciences, Literature and General Information, vol. 1-2, Encyclopædia Britannica Company, 1926, p. 743. URL consultato il 29 gennaio 2020.
^(FR) Henri Jaccard, Essai de toponymie; origine des noms de lieux habités et des lieux dits de la Suisse romande, G. Bridel & Cie., 1906 (riferimento su Google Books)
^Roberto D'Amico, L'anima segreta della Val Varaita, Priuli & Verlucca, collana Quaderni di documentazione alpina, Ivrea, 2000, ISBN 9788880681632