Il Cinema israeliano (in ebraico: קולנוע ישראלי, Kolnoa Yisraeli) si riferisce alla produzione cinematografica in Israele sin dalla sua fondazione nel 1948. La maggior parte dei film israeliani sono prodotti in ebraico, ma ci sono anche produzioni in altre lingue come l'arabo e l'inglese. Israele è stato candidato a più premi Oscar per il miglior film internazionale di qualsiasi altro paese del Medio Oriente.
Storia
Le origini
Sebbene la fondazione dello Stato di Israele risalga al 1948, è possibile rintracciarne le origini all'epoca del cinema muto. Nel 1920, Yaacov Ben Dov diresse il primo film di ispirazione sionista, Return to Zion; tuttavia, Il primo film girato interamente nella Palestina mandataria fu il documentario del 1911 di Murray Rosenberg, The First Film of Palestine.[1] Il ballerino, poeta e pioniere del cinema israeliano Baruch Agadati (1895-1976)[2][3] acquistò gli archivi cinematografici del direttore della fotografia Yaakov Ben Dov nel 1934, quando Ben Dov si ritirò dal cinema e insieme a suo fratello Yitzhak fondò l'AGA Newsreel.[3][4] Diresse il primo film sionista intitolato This is the Land (1935).[5] È stato il primo film in ebraico.[6]
Nuova Sensibilità (anni '60)
Questo movimento corrisponde a un cinema d'autore, ispirato alla Nouvelle Vague. I film non sono più didascalici. Danno un posto molto più grande all'individuo e sono caratterizzati da uno stile molto improvvisato. Questo film, che fu molto apprezzato dalla critica, non fu un grande successo commerciale. Tra questi film, Hor B'Levana di Uri Zohar (1965) si spinse alla parodia al cinema sionista del decennio precedente.[7]
Generi
Documentari e film di propaganda
I documentarisionisti e/o i film di propaganda furono girati sia prima che dopo il 1948, spesso con lo scopo non solo di informare gli ebrei che vivevano altrove, ma anche con quello di attirare donazioni e di convincerli a immigrare. Tra i pionieri attivi sia come fotografi che come direttori della fotografia ci sono Ya'acov Ben-Dov (1882-1968) e Lazar Dünner (1912-1994). Dünner ha lavorato inizialmente come direttore della fotografia, per poi dedicarsi gradualmente ad altri lavori cinematografici. Nel 1937, Dünner girò il film di 15 minuti "A Day in Degania",[8] a colori, che ci fornisce un documento sul primo kibbutz circa 27 anni dopo la sua fondazione, e con la minaccia nazista ancora "solo" come minaccia di fondo, non completamente menzionata per nome.[9] Dopo gli anni della guerra, nel 1949, Dünner avrebbe iniziato a sfornare brevi documentari di questo tipo, narrati in inglese a beneficio del pubblico principalmente statunitense.[10]
^(EN) Yosef, Raz e Boaz Hagin, History of Violence: From the Trauma of Expulsion to the Holocaust in Israeli Cinema, in Deeper than Oblivion: Trauma and Memory in Israeli Cinema, Bloomsbury Publishing USA, 2013, DOI:10.5040/9781628928648.ch-010, ISBN9781441199263.
^(EN) Ella Shohat, Israeli Cinema: East/West and The Politics of Representation, Londra, I.B.Tauris & Co Ltd, 2010, p. 113, ISBN9781845113131.
^Shaul, Shiran (Fall–Winter 1978). Interview tih Boaz Davidson. Kolnoa. pp. 15–16.
^(HE) פסטיבל - עמוד בית, su Jerusalem Film Festival. URL consultato il 5 maggio 2024.