Lista di edifici religiosi cattolici presenti nel territorio comunale di Lucca.
Inquadramento storico-artistico
Lucca è detta anche "città dalle cento chiese", per l'alto numero di edifici religiosi all'interno della cerchia muraria, a cui si aggiungevano innumerevoli cappelle gentilizie nei palazzi privati[1]. La presenza del Volto Santo fece della città, sin dal medioevo, un importantissimo centro di attrazione religiosa, grazie anche all'attraversamento della via Francigena, facendo proliferare gli istituti di ospitalità, spesso retti da confraternite e ordini religiosi[2].
Dal punto di vista architettonico, gli edifici religiosi spaziano dall'alto medioevo (come l'antichissima chiesa dei Santi Giovanni e Reparata) all'età moderna (come il grande santuario di Santa Gemma Galgani), con una particolare rilevanza delle opere del romanico, che a Lucca ebbe una precoce e peculiare declinazione, a partire dall'esempio del romanico pisano[2]. Capolavori, in tale senso, sono il Duomo di San Martino, la chiesa di San Michele in Foro e la basilica di San Frediano, ma spicca anche un gran numero di edifici minori ben conservati, e un considerevole numero di pievi dai tipici campanili squadrati e merlati[2], ispirati a quello del duomo. Tra queste ultime primeggia, per pregio artistico e per stato di conservazione, la pieve di Brancoli, isolata su una collina nei dintorni della città[2]. La città ha inoltre una certosa, una delle poche monumentali in Italia ad essere ancora abitata dai monaci certosini: le stretta regola dell'Ordine impone l'isolamento dei monaci, per cui l'edificio non è visitabile[2].
L'abbellimento delle chiese a Lucca è stato per secoli il principale motore della vita artistica cittadina, a partire dagli architravi scolpiti di Biduino, per poi pensare al cospicuo numero di croci sagomate e dipinte di Berlinghiero e di altri artisti lucchesi; dalle delicate sculture rinascimentali di Matteo Civitali, fino alle singolari atmosfere di alcuni pittori caravaggeschi eccentrici della prima ora, quali Paolo Guidotti e Pietro Paolini. Ma accanto agli artisti lucchesi contribuì alla scena artistica religiosa locale un gran numero di artisti forestieri, come il pisano Nicola, il senese Jacopo della Quercia, i fiorentini Donatello, Filippino Lippi e Fra Bartolomeo, l'emiliano Amico Aspertini, il fiammingo Giambologna: ciascuno lasciò in città opere notevolissime, in alcuni casi i loro capolavori assoluti[3].
Alle soppressioni del 1806, entro le mura di Lucca erano presenti 5 collegiate con 3 seminari fra tutte, di cui uno con convitto, 20 parrocchie, 9 conventi maschili e 12 femminili, «molti beneficii ecclesiastici e più confraternite»[4]. Oggi molti edifici religiosi del passato sono sconsacrati, talvolta riconvertiti in spazi culturali, ma il numero di chiese attive nelle mura resta comunque notevole, a cui vanno aggiunte le parrocchie più recenti nate per le esigenze della popolazione nei nuovi quartieri suburbani.